Sull’origine di Homo sapiens, la specie a cui appartengono tutti gli esseri umani, sono molte le domande ancora senza risposta. Nei giorni scorsi è stato pubblicato uno studio che mette in ulteriore crisi, come già avevano iniziato a fare altre ricerche, la teoria secondo cui l’uomo sarebbe nato in una precisa regione africana. In realtà, secondo questo filone di studi, è molto più probabile che la nostra specie sia il risultato del mescolamento di più popolazioni di ominidi sparse per tutto il continente africano.

I modelli a sostegno di questa teoria, spiega Nature, si basano su un nuovo software e sui dati di sequenziamento genomico delle attuali popolazioni africane ed eurasiatiche, oltre che sui resti di Neanderthal.

La teoria dell’origine unica è stata popolare per decenni, in parte sulla base dei dati fossili. Ma la teoria non è compatibile con i nuovi dati analizzati, ha spiegato Eleanor Scerri, archeologa presso l’Istituto Max Planck in Germania. Gli strumenti e i tratti fisici attribuiti ad Homo sapiens sono comparsi in tutta l’Africa in un periodo simile, da 300 mila a 100 mila anni fa. Se gli esseri umani si fossero irradiati da un unico luogo, gli archeologi si sarebbero aspettati di vedere fossili più recenti e più vicini a un punto centrale.

Le antiche specie di ominidi erano invece costituite da popolazioni sparse per il territorio, che si pensa si siano incrociate tra loro nel corso dei millenni. L’intreccio di questi “fusti”, separati solo in minima parte dalle loro differenze genetiche, ha dato origine a un concetto di evoluzione umana che i ricercatori hanno descritto come un “fusto debolmente strutturato”, più simile a una vite aggrovigliata che a un “albero della vita”.

Sebbene l’idea di molteplici punti di origine non sia nuova, a esserlo è l’elevato numero di parametri presi in considerazione dallo studio. Il lavoro precedente su questo tema era carente di dati genetici perché si concentrava principalmente sull’Africa occidentale, spiega Nature, il che significava che non era stata incorporata tutta la vasta diversità genetica del continente. Ciò ha generato un quadro incompleto di come gli antenati degli esseri umani moderni si siano mescolati e spostati attraverso il continente e ha portato gli scienziati a formulare ipotesi per colmare le lacune nelle loro conoscenze.

Il nuovo studio ha preso in considerazione dati di sequenziamento del genoma provenienti da popolazioni esistenti dell’Africa orientale e occidentale e dal popolo Nama dell’Africa meridionale. Questa diffusione di dati genomici ha aiutato i ricercatori a comprendere e a tracciare il movimento storico dei geni attraverso le generazioni.

I modelli hanno utilizzato variabili come la migrazione e il mescolamento delle popolazioni per prevedere il flusso genico nel corso di migliaia di anni. Queste previsioni sono state poi confrontate con la variazione genetica osservata oggi per determinare quali modelli corrispondessero meglio ai dati.

Le domande sulle origini dell’uomo sono ancora tante, ma studi come questo offrono percorsi di ricerca promettenti per capire meglio come siamo nati.

(Foto di Eugene Zhyvchik su Unsplash)

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