Oggi vogliamo dare spazio a una proposta di legge che, se approvata, prevederebbe la possibilità per le persone con disabilità di parcheggiare gratuitamente all’interno delle strisce blu. La proposta vede come prima firmataria l’onorevole Maria Chiara Gadda, del Pd, ma è sostenuta da una cinquantina di parlamentari provenienti da diversi schieramenti, da Forza Italia a Fratelli d’Italia e a Leu. Un arco piuttosto ampio per una proposta che non è né di destra né di sinistra, ma di civiltà. Attualmente infatti la normativa relativa ai parcheggi per persone disabili è piuttosto confusa, e in diverse città valgono norme contrastanti. «Torino, Venezia, Arezzo, Brindisi, Taranto e Catania sono alcune delle grandi città i cui regolamenti comunali prevedono la contravvenzione per i disabili che parcheggiano nelle strisce blu senza pagare – si legge su Vita –. Vicenza, Padova, Cuneo, Grosseto, Lecce e Trapani sono invece alcuni dei comuni che espressamente autorizzano la sosta».

Una situazione che crea evidenti ineguaglianze territoriali all’interno del paese, e che potrebbe essere sanata con una modifica al codice della strada, contenuta in una legge costituita da un unico articolo. Nel corso degli anni si sono alternate diverse interpretazioni della normativa, con pareri discordanti da parte di diversi livelli istituzionali, che hanno portato al panorama frastagliato attuale. «Ho vissuto una vicenda personale e così ho deciso di mettere al lavoro la mia agenzia per capire bene come stavano le cose», ha spiegato a Cittadinanzattiva Francesco Schlitzer, managing partner di VERA. «Abbiamo scoperto che la Cassazione nel 2015 ha sentenziato che il contrassegno disabili non dà diritto alla gratuità del parcheggio su strisce blu, mentre il Ministero delle Infrastrutture e alcuni tribunali avevano detto il contrario».

Sembra una questione di poco conto, ma non bisogna perdere di vista il fatto che ampliare le possibilità di parcheggio per chi è affetto da disabilità motoria significa aprire uno spazio di libertà e autonomia per la persona. Inoltre non bisogna pensare solo alle invalidità permanenti, ma anche a quelle temporanee. Una frattura o un piccolo intervento possono limitare per un certo periodo la mobilità di una persona, e gettarla all’improvviso in una condizione completamente nuova. Una norma simile aiuterebbe anche questa categoria di persone ad affrontare più agevolmente una situazione di disagio temporaneo.

«Il diritto alla mobilità delle persone con disabilità sta alla base di una società inclusiva – ha dichiarato Marco Rasconi, Presidente nazionale UILDM –. Significa possibilità di uscire di casa, muoversi, vivere la propria città, compresa la dimensione dei viaggi e del turismo. Come associazione che si occupa di disabilità lavoriamo quotidianamente perché le persone possano partecipare pienamente alla vita, scegliendo liberamente dove andare e in quale modo. Il diritto alla mobilità diventa perciò il fondamento su cui costruire l’accesso ai servizi, al lavoro e allo studio, al tempo libero e a una vita di relazione. È grazie alla possibilità di muoversi e di incontrarsi che riusciamo a creare una cultura in cui le diversità non si annullano ma diventano patrimonio comune». Seguiremo con interesse il percorso parlamentare di questa norma, verso cui siamo fortemente favorevoli. In un’epoca di forte contrapposizione politica, potrebbe essere un’occasione per dimostrare se i partiti politici sono ancora in grado di collaborare in maniera proficua per un obiettivo comune.

«La cultura delle pari opportunità passa anche da aspetti come questo, che sembrano secondari, ma che invece incidono molto sulla libertà di scelta – ha aggiunto Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva –. Ringraziamo i deputati dei diversi gruppi che hanno scelto di sostenere immediatamente questa proposta che ci auguriamo trovi una corsia preferenziale in Parlamento, trattandosi di una scelta di civiltà che difficilmente troverà ostacoli». Staremo a vedere.

(Foto di AbsolutVision su Unsplash)