Circa un mese fa parlavamo su questo blog di quella che definivamo “La desolante mappa del cyberdisagio”, ossia la situazione italiana sul versante dei soprusi perpetrati via web da ragazzi ai danni di altri coetanei. Ci ripromettevamo, in quella sede, di continuare a monitorare la situazione, in collaborazione con Telefono Azzurro, e di renderne conto sulle nostre pagine. Torniamo a parlare oggi di abusi, quando l’associazione in questione rende noti i dati aggiornati sulla realtà italiana nel suo complesso. Per restare sul fronte digitale, tra gennaio 2008 e dicembre 2010 sono arrivate all’Azzurro 5.768 segnalazioni relative a contenuti illegali e dannosi per bambini e adolescenti su siti internet (cifra da considerare, ovviamente, al lordo dei provvedimenti eventualmente presi dalla Polizia postale e delle comunicazioni nei confronti di tali siti). Il problema è ovviamente di difficile gestione, se si considera che solo il 3,3 per cento dei contenuti in questione risiede su server italiani, mentre oltre la metà è caricata su server statunitensi e il resto è distribuito nel resto del mondo. Tra la segnalazione e il provvedimento reale si ergono quindi gli ostacoli del diritto internazionale e della competenza territoriale dei singoli stati. Anche l’associazione Meter, di cui abbiamo parlato in altra occasione, fornisce dati in merito, e riferisce di 13.766 siti con contenuto pedofilo (su poco meno di 700mila monitorati), e di 517 segnalazioni nel primo quadrimestre 2011.
Ma i pericoli non vengono solo dalla rete. Anzi, su quest’ultima il sistema di controllo costante permette, quantomeno, uno screening costante del suo livello di “salute”. È fuori dal web, e dentro le mura di casa, che risulta difficile far entrare in maniera tempestiva la risorsa della denuncia. Si parla, infatti, di “fenomeno sommerso”. Sostanzialmente, in Italia si denuncia meno che negli altri Paesi. «Nell’arco temporale compreso tra il 1° gennaio 2008 e il 31 dicembre 2010, il Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro, attraverso le due linee telefoniche, è intervenuto complessivamente su 9.065 casi segnalati dall’intero territorio nazionale che hanno richiesto una consulenza su problematiche rilevanti: i casi che hanno riferito situazioni di abuso sessuale, nel periodo considerato, sono stati 364 (ovvero il 4% sul totale delle consulenze gestite)» (fonte: Dossier pedofilia Telefono Azzurro, 2011). Dati altrettanto sconfortanti arrivano dal Servizio 114 emergenza infanzia, che parla di «5.161 situazioni di emergenza che hanno coinvolto bambini e adolescenti in tutto il Paese: 206 i casi di abuso sessuale segnalati al servizio (pari al 4% dell’intera casistica)». E anche qui, come pure, purtroppo, nel caso delle violenze sulle donne, il colpevole non va cercato tra figure estranee alla famiglia, ma al suo interno: nel 30 per cento dei casi si è trattato del padre, nel 7,4 della madre, nel 9,4 di un altro parente, e poi i conviventi dei genitori (8,7), gli amici (8,7), e così via. «Il pedofilo non è un soggetto facilmente identificabile come “problematico”, egli è invece abile nel mimetizzarsi all’interno della comunità e a sfruttare tutte quelle situazioni che favoriscono il contatto con i bambini. […] Mentre in molti Paesi -denuncia Telefono Azzurro- istituzioni e associazioni hanno collaborato alla costruzione di reti di conoscenze, di scambio e condivisione dei dati per un monitoraggio efficace del fenomeno della pedofilia, in Italia, al di là delle dichiarazioni di principio, poco o nulla è stato fatto in tal senso».
Non possiamo che farci promotori di un impegno più concreto nella direzione di una maggiore trasparenza nella denuncia di fatti gravi su minori. Siamo un Paese pieno di tabù, in cui la sincerità cede spesso il passo al perbenismo. Ma in casi come questi, l’unico gesto da persona per bene è denunciare. Per questo vi ricordiamo il numero di telefono 1.96.96 (linea gratuita per bambini e adolescenti) e la chat di Telefono Azzurro, oltre al numero 114 Emergenza infanzia per ogni situazione di pericolo. Ricordarlo oggi ha un significato particolare, visto che il 5 maggio, da tre anni a questa parte, è la Giornata nazionale contro la pedofilia.