Le interazioni quotidiane sono regolate da norme sociali non scritte, che spesso finiscono per prevalere sulla vera connessione con l’altro. Forse la chiave per avere conversazioni più profonde sta nell’osare un po’ di più ed essere meno convenzionali.
Idil Çakmur, filosofo dell’Università della Pennsylvania, esplora su Psyche questo concetto, suggerendo che l’accettazione di un certo grado di “violazione delle regole conversazionali” possa portare a scambi più autentici e intimi.
Le conversazioni, come i giochi, seguono modalità specifiche: dalle chiacchiere occasionali alle discussioni professionali, ognuna con le proprie aspettative. Quando interagiamo con qualcuno, adottiamo istintivamente queste modalità, ma è quando queste modalità cambiano inaspettatamente che avviene “la magia”. Çakmur fa riferimento al filosofo David Lewis, spiegando che questi cambiamenti avvengono spesso quando qualcuno dice qualcosa che non rientra nella modalità corrente, costringendo l’altra persona ad assecondarlo.
Nel suo saggio del 1979 Scorekeeping in a Language Game, Lewis paragona le conversazioni a giochi con tabelloni, ma con una differenza: le regole dell’accommodation (che potremmo tradurre con accondiscendenza). Simile alla regola del “Sì, e…” nell’improvvisazione teatrale, le conversazioni acquistano validità attraverso l’azione, evolvendo man mano. Ciò significa che a volte una persona può fare una mossa imprevista e l’altra può scegliere se allontanarsi o seguirla.
La maggior parte delle persone è accomodante, il che rende le conversazioni suscettibili di essere “dirottate”. Secondo Çakmur, la chiave è imparare a essere “parzialmente stronzi”, a giocare con le regole della conversazione, sacrificando l’educazione a favore dell’intimità, senza essere insensibili. Ciò implica l’assunzione di rischi, come passare dalle chiacchiere alle domande più profonde o condividere aspetti insoliti di sé.
L’umorismo è un’utile analogia: il successo di una barzelletta non sta solo nel suscitare risate, ma anche nella comprensione condivisa che ne deriva. Il filosofo Ted Cohen sostiene che ridere insieme soddisfa un profondo desiderio umano, dimostrando che siamo abbastanza simili da poter entrare in contatto. Allo stesso modo, la violazione delle norme di conversazione può favorire l’intimità, rivelando una comune volontà di infrangere le regole.
In definitiva, Çakmur incoraggia a essere più giocosi nelle proprie conversazioni, consapevoli del potenziale imbarazzo che si può generare deviando dalle regole sociali accettato, ma anche della connessione più profonda che questo può produrre. Uscendo dagli schemi prestabiliti, scopriamo se gli altri sono disposti ad andare nella nostra stessa direzione, e questo ci fa sentire meno soli.
(Immagine di DilokaStudio su Freepik)
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