Le ondate di calore stanno diventando sempre più frequenti e intense a livello globale: il 2024 è stato confermato come l’anno più caldo di sempre, con temperature superiori ai 40 gradi centigradi in molti paesi europei, come la Romania e la Spagna. Questa tendenza allarmante, legata alle emissioni di gas serra, ha provocato un aumento del 30% dei decessi legati alle ondate di calore in tutta Europa negli ultimi due decenni. Sebbene tradizionalmente l’inverno sia considerato la stagione più pericolosa per le persone senza un alloggio stabile, anche l’estate presenta delle insidie. Secondo un report di FEANTSA, basato su una serie di studi condotti da associazioni che si occupano di persone senza dimora in Europa, nel Regno Unito il numero di decessi tra i senzatetto è maggiore durante i mesi estivi, smentendo questa percezione comune. Anche un rapporto italiano di fio.PSD indica tassi di mortalità simili sia nel periodo invernale che in quello estivo per questo gruppo, e un’ondata di caldo del 2023 negli Stati Uniti ha mostrato che la metà di tutti i decessi riguardava persone senza fissa dimora.
Il rischio elevato a cui sono esposti i senzatetto deriva da tre vulnerabilità chiave: l’esposizione costante al calore, la maggiore sensibilità ai suoi effetti e la capacità limitata di adattamento. Senza un riparo, le persone sono costrette a trascorrere lunghi periodi esposte alla luce diretta del sole e al calore del cemento. Le politiche di criminalizzazione e le normative urbane intensificano ulteriormente l’esposizione, limitando l’accesso agli spazi pubblici dove potrebbero trovare ombra o riposo, mentre l’accesso limitato alle strutture igieniche e all’acqua potabile rende estremamente difficile mantenersi freschi e idratati.
Molte persone senza fissa dimora devono anche affrontare una profonda esclusione sociale che porta a disparità sanitarie e a una maggiore probabilità di soffrire di problemi di salute fisica e mentale. Alcuni farmaci, come gli antidepressivi, possono compromettere la capacità del corpo di regolare la temperatura, mentre l’isolamento sociale e l’uso di sostanze stupefacenti possono ridurre ulteriormente la tolleranza al calore. Di conseguenza, queste persone sono altamente suscettibili a malattie legate al calore come eruzioni cutanee, crampi, colpi di calore, grave disidratazione e peggioramento di condizioni croniche come malattie cardiovascolari, respiratorie o renali, con un aumento del rischio di morte prematura.
La loro capacità di adattamento è fortemente limitata dalla mancanza di risorse, rendendo spesso impossibile seguire i consigli comuni in caso di ondate di calore, come cercare riparo o mantenersi idratati. I servizi a disposizione dei senzatetto sono spesso sovraffollati e non sempre dispongono di aria condizionata, riducendo la possibilità di trovare un po’ di sollievo durante un’ondata di calore. Inoltre, le numerose barriere amministrative, sociali ed economiche rendono difficile l’accesso ai servizi sanitari in caso di problemi di salute legati al calore, il che può peggiorare le condizioni esistenti e, in alcuni casi, portare alla morte.
Per affrontare con urgenza questa crisi, il documento programmatico della FEANTSA richiede diverse azioni cruciali. I piani d’azione per la salute e il calore, incoraggiati dall’Unione europea e dall’Organizzazione mondiale della sanità, devono riconoscere esplicitamente le persone senza fissa dimora come un gruppo vulnerabile. Questo riconoscimento deve tradursi in risposte di emergenza mirate e coordinate e in materiali di comunicazione che tengano conto delle loro esigenze specifiche. Le autorità locali e i fornitori di servizi dovrebbero stabilire protocolli di emergenza chiari per le ondate di calore e adattare i piani d’azione invernali esistenti, riutilizzando le strutture logistiche e le partnership per il sostegno estivo. Una pianificazione urbana verde e inclusiva è fondamentale per garantire l’accesso alle infrastrutture pubbliche e agli spazi come i parchi e le aree ombreggiate, spesso limitati dalle politiche urbane. Inoltre, le politiche sul cambiamento climatico e sulla salute, insieme alla ricerca correlata, devono considerare gli impatti sproporzionati sulle popolazioni emarginate. L’accesso a alloggi stabili e a rifugi sicuri è evidenziato come una strategia fondamentale a lungo termine per prevenire gli effetti dannosi delle ondate di calore. In tutta Europa esistono già pratiche consolidate: organizzazioni che forniscono supporto per l’idratazione, creme solari, rifugi climatici, trasporti verso spazi freschi e mappatura delle fontanelle pubbliche e delle aree fresche.
(Immagine da freepik)
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