Ieri ci siamo occupati dei problemi dello sport professionistico femminile, oggi guardiamo a come si è evoluta nel tempo l’evoluzione del ruolo e delle peculiarità delle donne nel tempo. Per farlo riprendiamo un articolo pubblicato su Micron, che cita una meta-analisi sugli stereotipi di genere pubblicata di recente sull’American Psychologist. Bisogna subito precisare che i 16 sondaggi analizzati, realizzati in un periodo che va dal 1946 al 2018 per un totale di oltre 30mila persone, sono stati tutti condotti negli Stati Uniti. Premesso questo, è comunque interessante notare come siano cambiate nei decenni alcune percezioni, e come a queste si accompagnino cambiamenti (o inerzie) all’interno della società, dal mondo del lavoro a quello della famiglia e delle relazioni. Vediamo i dati più interessanti emersi dagli studi analizzati.
Istruzione e lavoro
«Nel sondaggio del 1946, solo il 35 per cento degli intervistati era certo che donne e uomini donne fossero ugualmente intelligenti. E la maggior parte attribuiva capacità come l’intelligenza e la creatività esclusivamente agli uomini. Al contrario, nel sondaggio del 2018, l’86 per cento degli intervistati ha affermato senza dubbi che donne e uomini sono equamente intelligenti. Pur con qualche eccezione: il 5 per cento ha dichiarato che gli uomini sono più intelligenti, mentre il 9 per cento ha considerato le donne più intelligenti degli uomini.
Probabilmente questa percezione delle donne finalmente competenti, intelligenti, creative è dovuta soprattutto all’affermazione delle donnenel mondo dell’istruzione e del lavoro. Nel 1950 infatti solo il 32 per cento delle donne lavorava, nel 2018 le donne lavoratrici sono il 57 per cento. È anche vero, però, che nel tempo si è andata invece rafforzando una convinzione “pericolosa”. Ancora oggi le donne vengono definite e percepite come più compassionevoli, affettuose e sensibili degli uomini, e decisamente meno intraprendenti, ambiziose e adatte a ruoli decisionali e dirigenziali».
Il pregiudizio delle abilità sociali
«Dal momento in cui le donne sono entrate a far parte della cosiddetta “forza lavoro”, infatti, sono state spesso relegate in mansioni e occupazioni che premiano le abilità sociali o offrono un contributo alla società. Inoltre, sempre perché percepite come più affettuose e compassionevoli, ancora oggi le donne continuano a dedicare al lavoro domestico e alla cura dei figli il doppio del tempo rispetto agli uomini. Al contrario, gli uomini sono concentrati in ruoli di leadership e in occupazioni che richiedono forza fisica, competizione, abilità analitiche, matematiche e tecniche. “Gli attuali stereotipi di genere dovrebbero favorire l’occupazione femminile, perché finalmente alle donne vengono riconosciute le competenze e le conoscenze, il requisito basilare per ottenere un posto di lavoro» spiega Alice Eagly – autrice principale dello studio e professoressa di psicologia presso il Weinberg College of Arts and Sciences della Northwestern University –. Ma è anche vero che il giudizio, stereotipato appunto, di donne dalle spiccate capacità relazionali e sociali, ma poco ambiziose e intraprendenti, ricade come un macigno sui ruoli e le mansioni che vengono assegnati al sesso femminile”».
Confondere gli effetti con le cause
«Come ricorda Eagly, “la gente osserva i ruoli sociali ricoperti da donne e uomini e deduce i tratti che costituiscono gli stereotipi di genere. Gli stereotipi di genere quindi riflettono la posizione sociale dei gruppi nella società e, pertanto, cambiano solo quando questa posizione sociale cambia”. Dunque finché non ci si accorgerà che anche le donne sono perfettamente capaci di ricoprire ruoli di spicco, manageriali e decisionali, è difficile che la percezione cambierà».
(Foto di Mario Azzi su Unsplash)