Nella notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio, miliardi di persone in tutto il mondo hanno brindato per dare il benvenuto al 2022. Ma come mai proprio in quel momento? Il sistema di riferimento per il conteggio degli anni che la maggior parte del mondo condivide, com’è noto, è la presunta data di nascita di Gesù. Come ci hanno insegnato a scuola, c’è stato un “avanti Cristo” e c’è un “dopo Cristo”. Ma come mai così tante persone brindano il 31 dicembre, visto che la maggior parte dei quasi otto miliardi di persone al mondo non sono cristiani?
Se l’è chiesto la docente Miriamne Ara Krummel, che ne ha scritto su The Conversation. In parte c’entra la diffusione del capitalismo globale, spiega Krummel, ma un altro aspetto importante riguarda la diffusione del sistema AD (Anno Domini), detto anche era volgare o era comune, che fu introdotto in Europa nel medioevo. Prima di diffondersi globalmente, il sistema AD si unì agli altri sistemi temporali in uso nel mondo, come il calendario copto, seleucide, egiziano, ebraico e zodiacale, insieme ai calcoli basati sugli anni di regno dei sovrani e sulla fondazione di Roma.
La cristianità latina, e con essa il suo sistema di datazione annuale, arrivò a dominare l’Europa e poi il mondo, così che la maggior parte dei paesi ora dà per scontato l’AD. L’ubiquità dell’AD ha quasi messo a tacere altri modi di intendere il tempo. Questo processo è iniziato durante l’epoca medievale, sotto l’influenza dei monaci cristiani – ciò che lo storico Bernard Gueneé descrive come “la conquista del tempo” dell’anno Domini.
Contare all’indietro
Parte della storia della nascita dell'”Anno Domini” ci riporta al quarto e quinto secolo, quando studiosi cristiani come Eusebio di Cesarea e Giovanni Crisostomo stavano cercando di calcolare, studiando i Vangeli, quello che consideravano l’inizio del tempo cristiano: la data di nascita di Gesù di Nazareth.
Secondo i Vangeli, Gesù fu arrestato nel periodo della festa ebraica della Pasqua, e il Vangelo di Giovanni suggerisce che Gesù aveva circa 33 anni quando morì. Pertanto, Eusebio e Crisostomo cercarono di determinare la data della sua morte basandosi sulle date di Pasqua nel calendario ebraico. Ma entrambi fallirono nei loro calcoli e incolparono gli ebrei per la loro difficoltà. Nel loro contorto ragionamento, la comunità ebraica aveva posticipato la Pasqua per rendere impossibile il calcolo dell’Anno Domini. Questa accusa testimonia del vivace sentimento antisemita comune in Europa a quel tempo, che il loro lavoro ha contribuito a perpetrare.
Ma per molti versi, spiega Krummel, il vero autore del senso moderno del tempo nel mondo, colui che decise di scegliere la data dell’Anno Domini, è Beda il Venerabile, un monaco inglese vissuto all’incirca tra il 673 e il 735.
Beda trovò che i calcoli a disposizione non tornavano, e stabilì che Cristo doveva essere nato in realtà il 25 dicembre dell’1 a.C.. Secondo il suo ragionamento, in altre parole, il sistema AD iniziò un anno dopo la presunta nascita di Gesù. Beda stabilì anche che il 25 marzo del 34 d.C. segnò la morte di Cristo.
Beda rese popolare il sistema di datazione AD usandolo nella sua opera “Storia Ecclesiastica del Popolo degli Inglesi”, che lo rese il primo storico a raccontare il tempo per “Anno Domini”. La “Storia Ecclesiastica” fu dedicata al re Ceowulf di Northumbria, scritta in latino nel 731 e tradotta in inglese antico verso la fine del IX o l’inizio del X secolo. Consultata ancora oggi da molti, ha reso popolare il tempo “Anno Domini” infondendolo negli eventi raccontati da Beda sul popolo inglese.
Presi insieme, questi ingredienti hanno aiutato l’ora legale a diventare la norma. Mentre il calendario cristiano è costruito e fuso con sistemi temporali di altre culture, la divulgazione dell’Anno Domini ha contribuito a mettere questi calendari ai margini: un processo noto come “colonizzazione temporale”. Per esempio, la data fissata da Beda per la Pasqua nella sua opera “De temporum ratione” è basata su una celebrazione politeistica di Eostre, una dea tedesca. Eostre si è così dissolta nella Pasqua.
Il processo che ha portato l’Anno Domini a definire la cosiddetta “era comune” è quindi iniziato circa 1.400 anni fa, quando Beda scelse una data per fare iniziare il tempo. Le radici di questo sistema, dunque, più che comuni, sono cristiane.
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