Che siate o meno degli amanti del Natale, è probabile che in questi giorni siate occupati in un’attività comune quanto antica: scambiarsi regali.
L’antropologo Chip Colwell si è interrogato su The Conversation sulle ragioni di questa pratica. Nel suo articolo, egli cita a sua volta un antropologo, Marcel Mauss. In una pubblicazione del 1925, Mauss nota che questo comportamento è riscontrabile nella maggior parte delle società umane: regaliamo le cose anche quando tenerle per noi sembrerebbe molto più sensato dal punto di vista economico ed evolutivo.
Mauss ha osservato che i regali creano tre azioni distinte ma collegate: vengono dati, ricevuti e ricambiati.
Donare stabilisce le virtù di chi regala, scrive Colwell. Si esprimono la generosità, la gentilezza e l’onore. L’atto di ricevere il dono, a sua volta, dimostra la disponibilità di una persona ad accettare ciò che le è stato offerto.
La terza componente del dono è la reciprocità, ovvero il corrispettivo in natura di ciò che è stato ricevuto. In sostanza, ci si aspetta che la persona che ha ricevuto il dono – implicitamente o esplicitamente – lo restituisca a chi l’ha fatto. Questo innesca un circolo potenzialmente infinito fatto di dare e ricevere.
Quest’ultimo passaggio, la reciprocità, è ciò che rende i regali unici. A differenza dell’acquisto in negozio, in cui lo scambio termina quando il denaro viene ceduto in cambio di beni, il regalo costruisce e sostiene le relazioni. Questa relazione tra chi regala e chi riceve è legata alla moralità, spiega Colwell. Regalare è un’espressione di equità, perché ogni regalo ha generalmente un valore uguale o superiore a quello dell’ultimo regalo, ed è un’espressione di rispetto perché dimostra la volontà di onorare l’altra persona.
Certo, c’è anche l’altra faccia della medaglia: molte persone oggi non soffrono per la mancanza di regali, ma per la loro sovrabbondanza. L’istituto Gallup riporta che l’acquirente medio americano per le vacanze stima di spendere 975 dollari per i regali nel 2023, la cifra più alta da quando si raccoglie questo dato (1999).
C’è da considerare che molti regali vengono buttati via. Da un lato, facendo dei regali si mette quindi in atto un comportamento antico che ci rende umani, e che nutre e sostiene le nostre relazioni. Dall’altro lato, alcune società sembrano usare il periodo delle feste come una scusa per consumare sempre di più.
Le idee di Mauss non promuovono certo il consumismo sfrenato. Al contrario, le sue spiegazioni sui regali suggeriscono che quanto più significativo e personale è il regalo, tanto maggiori sono il rispetto e la stima. Un regalo fatto con cura difficilmente finirà in discarica. E i prodotti vintage, riciclati o fatti a mano, o un’esperienza personalizzata come un tour gastronomico o un giro in mongolfiera, potrebbero persino essere più apprezzati di un costoso oggetto prodotto in serie dall’altra parte del mondo, spedito attraverso l’oceano e messo in un imballaggio in plastica.
(Foto di Kira auf der Heide su Unsplash)
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