Da alcuni mesi l’Europa è al centro di una serie di ondate di calore che hanno pochi precedenti nella storia. La cosa è iniziata due mesi fa in Francia (ma anche in Italia maggio è stato caldo e secco, soprattutto al nord). Un mese fa un’altra ondata di calore ha colpito nuovamente la Francia, assieme a Spagna, Italia e altri Paesi. A luglio il fenomeno si è esteso alla Polonia e ad altre parti dell’Europa orientale, e per il momento non accenna a diminuire.

In un recente articolo abbiamo visto come ci sia ormai la convinzione tra gli scienziati che le recenti ondate di calore nel mondo siano rese più frequenti e più intense dal riscaldamento globale. Un altro aspetto che sottolineano gli studiosi, racconta il New York Times, è che le ondate di calore in Europa stanno aumentando, sempre in termini di frequenza e intensità, a un ritmo più veloce rispetto a quasi tutte le altre aree del pianeta.

Poiché le temperature sono in media più alte di circa 1,1 gradi Celsius rispetto alla fine del XIX secolo, il calore estremo parte da un livello più elevato e quindi raggiunge picchi ancora più alti. Ma, spiega il Times, ci sono altri fattori che intervengono, alcuni dei quali riguardano la circolazione dell’atmosfera e degli oceani.

Le temperature roventi che lunedì hanno raggiunto l’Inghilterra e il Galles sono state causate in parte da una regione di bassa pressione negli strati superiodi dell’atmosfera che da giorni è in stallo al largo delle coste del Portogallo. Il problema, si legge nell’articolo, è che le zone di bassa pressione tendono ad attirare l’aria verso di sé. In questo caso, la zona di bassa pressione ha attirato aria dal Nord Africa verso l’Europa.

Uno studio pubblicato questo mese ha rilevato che le ondate di calore in Europa sono aumentate in frequenza e intensità negli ultimi quattro decenni e ha collegato l’aumento almeno in parte ai cambiamenti delle correnti a getto. I ricercatori hanno scoperto che molte ondate di calore europee si sono verificate quando la corrente a getto si è temporaneamente divisa in due, lasciando tra i due rami un’area di venti deboli e di aria ad alta pressione che favorisce l’accumulo di calore a temperature estreme.

Secondo un’autrice dello studio l’attuale ondata di calore sembra in effetti essere legata a questo “sdoppiamento” che è probabilmente in atto in Europa. Questo, secondo la ricercatrice, potrebbe aver portato alla creazione di un’area di venti deboli sull’Europa che ha permesso al caldo di persistere.

Potrebbero esserci altre ragioni alla base di ciò che si osserva in Europa, alcune delle quali oggetto di dibattito tra gli scienziati. La variabilità naturale del clima può per esempio rendere difficile individuare influenze specifiche.

Uno dei problemi può essere il riscaldamento dell’Artico, che si sta verificando molto più rapidamente rispetto ad altre parti del mondo. Quando l’Artico si riscalda più rapidamente, spiega il Times, il differenziale di temperatura tra questo e l’Equatore diminuisce. Questo porta a una diminuzione dei venti estivi, che ha l’effetto di far durare più a lungo le condizioni climatiche.

Lo stesso verificarsi delle ondate di calore aumenta la probabilità che il fenomeno si ripeta, perché un periodo di caldo estremo prosciuga il suolo. Quando c’è un po’ di umidità nel terreno infatti, parte dell’energia solare viene utilizzata per far evaporare l’acqua, provocando un leggero effetto di raffreddamento. Ma quando un’ondata di calore elimina quasi tutta l’umidità del suolo, rimane poco da far evaporare quando arriva la successiva ondata di aria calda. Quindi l’energia solare brucia ancora di più la superficie, aumentando il calore.

(Immagine da Copernicus)

Questo articolo è solo un pezzetto

Scrivere ci piace, ma l’attività principale di Avis Legnano è la sensibilizzazione alla donazione di sangue. Per partecipare a questo progetto basta compilare il modulo d’iscrizione.

Lo trovi qui