Perdersi nei propri pensieri e lasciare che la mente vaghi liberamente è un’attività sottovalutata, che diventa tanto più gratificante quanto più viene praticata. Lo sostiene uno studio accademico di cui ha scritto il Guardian.
Le oltre 250 persone a cui un gruppo di psicologi ha chiesto di dedicarsi alla libera contemplazione hanno affermato che l’attività era molto più soddisfacente di quanto i partecipanti stessi potessero prevedere. Lo scopo dello studio, effettuato da un’università nel sud della Germania, era scoprire perché, pur essendo l’unica specie in grado di stare ferma e pensare tra sé e sé, gli esseri umani sono generalmente riluttanti a sfruttare questa capacità.
La serie di esperimenti che ha portato alla pubblicazione sul Journal of Experimental Psychology dimostra che le persone amano lasciar vagare la mente quando ne hanno la possibilità, anche se alcuni la trovano un’attività faticosa.
È stato anche confermato che, come hanno dimostrato studi precedenti, perdersi nei propri pensieri può aiutare a risolvere i problemi, aumentare la creatività, potenziare l’immaginazione e contribuire al senso di autostima.
Nonostante ciò, spiega il Guardian, la maggior parte delle persone è più propensa a lasciarsi andare alle distrazioni piuttosto che a immergersi nei propri pensieri.
Gli autori ritengono che gli smartphone abbiano reso più facile cercare e trovare distrazioni e abbiano contribuito alla perdita di questa abitudine. Secondo gli autori, alcune persone hanno difficoltà a trascorrere del tempo con i propri pensieri, soprattutto se tendono ad avere pensieri negativi.
Il responsabile dello studio, Kou Murayama, ha affermato che in genere le persone considerano altre attività più attraenti rispetto alla libera contemplazione, almeno finché non vengono incoraggiate a lasciar vagare la mente.
«Questo potrebbe spiegare perché le persone preferiscono tenersi occupate piuttosto che godersi un momento di riflessione o lasciar correre la propria immaginazione nella vita di tutti i giorni», ha detto Murayama.
Gli esperimenti consistevano nel chiedere ai partecipanti di valutare quanto avrebbero apprezzato stare seduti da soli pensando tra sé e sé per 20 minuti. Era vietato loro usare smartphone, leggere o camminare.
Secondo i risultati, ognuno dei partecipanti ha scoperto che il piacere di lasciar vagare la mente era molto maggiore di quanto si aspettasse. Questo anche quando le condizioni dell’esperimento sono state modificate: per esempio sono stati messi da soli in una sala conferenze spoglia, in una tenda o in un armadio buio, oppure sono stati fatti sedere da soli per soli tre minuti o per venti.
A volte è stato chiesto loro di descrivere come si sentivano nel bel mezzo delle sessioni, a volte dopo averle completate. In tutti i casi, però, i partecipanti hanno dichiarato che il loro piacere era maggiore di quanto previsto.
Un gruppo di controllo ha avuto invece accesso a dispositivi digitali e ha potuto leggere le notizie online. Ci si aspettava che coloro che avevano ricevuto i dispositivi digitali avrebbero apprezzato di più l’attività. Tuttavia, dai questionari è emerso che entrambi i gruppi hanno tratto lo stesso piacere.
(Foto di Luke Porter su Unsplash)
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