Sempre più spesso ci si trova a fare i conti con le “breaking news”, notizie che irrompono sulla scena e di cui i media si sentono costretti a dare copertura, nonostante le informazioni siano incerte e in continuo aggiornamento. Il sito Valigia Blu ha pubblicato un piccolo manuale di sopravvivenza per stare alla larga dai rischi di manomissione della notizia e farsi gli anticorpi contro facili allarmi, psicosi, e demonizzazioni.
Ecco dunque alcuni consigli su come, subito dopo una storia tragica di grandi proporzioni, possiamo, noi “utenti”, separare le informazioni corrette da quelle sbagliate.
1) Subito dopo l’evento, i media mainstream faranno degli errori
Tutti quelli con i quali abbiamo parlato hanno sottolineato questo punto. I dettagli sulla scena saranno vaghi, bisognerebbe evitare il conteggio da aggiornare continuamente sul numero delle vittime. «Tutto quello che potreste sentire nelle prime due ore dopo un grande evento sui media dovrebbe essere preso con le pinze», afferma Andy Carvin (ex senior strategist al Digital Desk di Npr e ora a capo di Reported.ly). «È molto probabile che quello che sentirete nelle notizie la mattina successiva – quello su cui si concentreranno le notizie – sia molto diverso da ciò che è stato detto il giorno prima».
2) Non credete alle fonti anonime
Spesso, i media citeranno “fonti,” o un “funzionario delle forze dell’ordine”. «Penso dobbiate stare particolarmente attenti», dice Ian Fisher, assistente caporedattore alle operazioni digitali del New York Times. «Un funzionario delle forze dell’ordine può significare qualsiasi cosa, dall’Fbi a un poliziotto di pattuglia. Se non conoscete la fonte, davvero, non dovreste farvi affidamento».
3) Non credete alle storie che citano un’altra testata come fonte dell’informazione
«Fate anche attenzione ai media che citano altri media in modo cieco, senza fonti comprovate», aggiunge Fisher. «Non stanno correndo grossi rischi nel farlo: possono sempre dire “Oh, ma lo hanno detto loro, non noi”. Penso che siano molto meno attenti ed esigenti in questo caso di quanto non lo sarebbero se ci fosse il loro nome accanto alla notizia che danno».
4) Fate attenzione al linguaggio usato dai media
Che ve ne rendiate conto o meno, il linguaggio usato dai media vi rivela quanto siano affidabili. Ecco un utile glossario:
Ci arriva notizia che – fonti dicono che qualcosa è accaduto, ma non è ancora stato confermato
Siamo alla ricerca di conferme – la testata è abbastanza sicuro, ma ancora non può confermare
Possiamo confermare che – l’informazione viene da diverse fonti e la testata è sicura di poter affermare qualcosa come un fatto realmente accaduto
Siamo venuti a conoscenza di – ecco come una testata dichiara di essere in possesso di uno scoop. Come dice Andy Carvin, «da una parte, può voler dire che sono i primi a confermare una cosa. Dall’altra, può voler dire che si espongono, confermando una cosa che nessun altro è ancora abbastanza sicuro di poter confermare».
5) Cercate i media vicini al luogo dell’incidente
«Ci si deve chiedere chi è abbastanza vicino alla situazione in corso», afferma Craig Silverman, direttore di BuzzFeed Canada, prima a Poynter dove curava la rubrica “Regret the Error”. «In caso di atto di terrorismo, o di una sparatoria, o persino se succede qualcosa legato al clima in un’area specifica, sono loro la vostra fonte privilegiata. Ne sono stati testimoni oculari? Erano davvero lì, conoscono la zona? Questo è davvero, davvero, davvero importante».
6) Confrontate diverse fonti
«Se una news organisation dice “possiamo affermare che è successo questo e quest’altro”, fate attenzione a quello che dicono gli altri network», dice Andy Carvin. «Idealmente infatti si può triangolare quell’informazione, arrivando ad una qualche verità. Ma meno esempi ci sono a disposizione di entità che affermano che qualcosa è successo, più cauti bisognerebbe essere nei confronti di tale evento».
7) Le notizie di grande rilievo fanno emergere i truffatori. E quelli che usano Photoshop
«Ci sono tantissimi imbroglioni che sanno che in momenti come questi le persone credono a qualsiasi immagine possano trovare», dice Craig Silverman. «Quindi potrebbero modificare una foto con Photoshop e farla girare. Ci sono poi immagini scattate in momenti precedenti che vengono spacciate come nuove. Se qualcuno twitta una foto, è molto probabile che non sia una foto scattata personalmente. Si deve fare una sorta di triangolazione e chiedersi, bene, “qualcun altro ha condiviso quella foto, esiste un link sul quale andare per poterne sapere di più?”».
8) Attenzione al retweet compulsivo. La responsabilità è anche vostra
Grazie a Twitter e a Facebook, siete sia un ripetitore sia un fornitore di informazioni, giuste e sbagliate. Sta a voi eseguire un esame approfondito sulle informazioni nelle quali vi imbattete, per evitare di amplificare le informazioni sbagliate che sperate invece di filtrare.
Fonte foto: flickr