Una nuova iniziativa parlamentare è in atto per provare ad andare oltre la lunga e incresciosa esperienza del Porcellum. L’ultima in ordine di tempo, dato che già durante precedente legislatura si sono succeduti tentativi, non riusciti, di mettere “una pezza” alla questione della legge elettorale, con tutti i suoi difetti (liste bloccate, premio di maggioranza spropositato alla Camera, ecc.). In realtà sono diverse le proposte di riforma presentate, al momento ancora in attesa di essere esaminate e discusse. Tra queste, paradossalmente, ne figura anche una a nome del leghista e vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, “padre” della legge in questione. Proprio colui che ha dato la firma al Porcellum, presenta ora un disegno di legge che prova a percorrere una delle strade già ipotizzate nei mesi scorsi, ossia un testo con un solo articolo, dove si dichiara l’attuale legge elettorale abrogata, riportando in vigore la precedente, il cosiddetto Mattarellum. Curioso che proprio chi “ha messo la faccia” per introdurre il cambiamento, ora spinga per tornare indietro. Ma forse è proprio un modo per cercare di lavare l’onta di aver dato i natali a una legge che non è mai piaciuta agli italiani, e che invece molti partiti hanno dimostrato fin qui di apprezzare, visto che ogni tentativo di retromarcia si è infranto su un muro di resistenza.

Un’altra proposta di legge è stata inoltre presentata da alcuni senatori Pd (Marcucci, Di Giorgi e Ginetti), e un’ulteriore proposta è arrivata da un altro esponente Pd, il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti. Da rilevare che quest’ultimo si era già impegnato a favore di un cambiamento del sistema elettorale, iniziando uno sciopero della fame durato ben 88 giorni e conclusosi a fine novembre del 2012, dopo l’ordine dei medici di riprendere a mangiare. Già allora il deputato sottolineava la gravità della situazione, illustrando l’itinerario che avrebbe dovuto portare alla riforma: «Ora i tempi sono strettissimi: il testo di riforma potrebbe arrivare alla Camera il 10 [dicembre], occorre prevedere almeno un mese di discussione. Potrebbe essere approvato entro la fine dell’anno. La riforma potrebbe tornare al Senato, se cambiata alla Camera, all’inizio di gennaio. Abbiamo a disposizione una manciata di giorni».

Purtroppo, la storia è andata diversamente e infatti l’attuale legislatura è ancora figlia del Porcellum. Nonostante le dichiarazioni d’intenti di molti politici, nonostante le richieste della società civile, nonostante il parere più volte espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sia nel corso del suo primo mandato, sia durante il discorso di insediamento dopo la rielezione. Ora il “metodo Giachetti” è cambiato, non punta più sulla drammatica scelta di privarsi del cibo per sensibilizzare i colleghi, bensì sui normali meccanismi che regolano le istituzioni. «Con il sostegno di 210 deputati -scrive Linkiestaè possibile chiedere una convocazione straordinaria della Camera, per approvare una mozione che impegni “ad esaminare e approvare in tempi rapidissimi una riforma della vigente legge elettorale”». Vedremo se sarà la strada giusta.