«In teoria, il mondo potrebbe ancora raggiungere l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi Celsius, un livello che molti scienziati considerano una soglia pericolosa. Realisticamente, è improbabile che ciò accada». Lo ha scritto su The Conversation Peter Schlosser, illustre scienziato che si occupa di ambiente e cambiamento climatico.
Parte del problema, spiega Schlosser, si è reso evidente alla COP27, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si è tenuta in Egitto. Mentre i negoziatori si battevano con successo per “mantenere vivo” il limite di 1,5 gradi come obiettivo globale nell’accordo ufficiale, alcuni governi dei loro paesi stavano negoziando nuovi accordi sui combustibili fossili, spinti in parte dalla crisi energetica globale.
Qualsiasi espansione nel consumo di combustibili fossili, il principale motore del cambiamento climatico, rende molto più difficile mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5 gradi rispetto all’epoca preindustriale.
I tentativi di fare accettare a tutti i paesi di eliminare gradualmente carbone, petrolio, gas naturale e tutti i sussidi ai combustibili fossili sono falliti, spiega Schlosser. E nell’ultimo anno si è fatto ben poco per rafforzare gli impegni a ridurre le emissioni di gas serra. Le iniziative positive ci sono state, come i progressi tecnologici, il calo dei prezzi delle energie rinnovabili e l’impegno a ridurre le emissioni di metano. Ma tutti i segnali indicano uno scenario in cui il mondo supererà il limite di 1,5 gradi, probabilmente di molto. Questo non significa però che l’umanità debba arrendersi.
Nell’ultimo quarto del XX secolo i cambiamenti climatici dovuti alle attività umane sono diventati una questione di sopravvivenza per il futuro della vita sul pianeta. Almeno dagli anni ’80, le prove scientifiche del riscaldamento globale sono state sempre più solide e gli scienziati hanno stabilito dei limiti di riscaldamento globale che non possono essere superati se non vogliamo passare da una crisi a una catastrofe climatica.
Gli scienziati che si occupano di cambiamento climatico, Schlosser compreso, sono concordi nel ritenere che 1,5 gradi di riscaldamento globale sia una soglia critica. Oggi, con il mondo più caldo di 1,2 gradi rispetto all’epoca preindustriale, le persone stanno già sperimentando gli effetti del cambiamento climatico in diversi luoghi del mondo, in forme diverse e con frequenze e ampiezza maggiori.
«Le proiezioni sui modelli climatici – spiega ancora Schlosser – mostrano chiaramente che un riscaldamento superiore a 1,5 gradi aumenterà drasticamente il rischio di eventi meteorologici estremi, di incendi boschivi più frequenti e di maggiore intensità, di innalzamento del livello del mare e di cambiamenti nei modelli di inondazioni e siccità con implicazioni per il collasso dei sistemi alimentari, oltre ad altri impatti negativi».
Per restare dentro la soglia di 1,5 gradi bisognerà ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica, ma questo non basta. Saranno necessarie anche “emissioni negative” per ridurre la concentrazione di anidride carbonica che le attività umane hanno già immesso nell’atmosfera. L’anidride carbonica rimane nell’atmosfera per decenni o secoli, quindi il solo blocco delle emissioni non arresta il riscaldamento. Esiste una tecnologia in grado di estrarre l’anidride carbonica dall’aria e bloccarla, ma al momento è in funzione solo su scala molto ridotta.
Un rapporto del 2018 del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) ha stabilito che per raggiungere l’obiettivo di 1,5 gradi sarebbe necessario ridurre le emissioni di anidride carbonica del 50% a livello globale entro il 2030, oltre ad avere emissioni negative da fonti tecnologiche e naturali entro il 2050, fino a circa la metà delle emissioni attuali.
«Da quando è stato firmato l’accordo sul clima di Parigi nel 2015 – conclude Schlosser – i Paesi hanno compiuto alcuni progressi nel loro impegno a ridurre le emissioni, ma a un ritmo troppo lento. Di questo passo il risultato sarebbe un aumento medio della temperatura globale di 2,7°C in questo secolo, quasi il doppio dell’obiettivo. Le emissioni globali non sono vicine a un plateau e, con la quantità di anidride carbonica già presente nell’atmosfera, è molto probabile che il mondo raggiunga il livello di riscaldamento di 1,5 gradi entro i prossimi 5-10 anni. L’entità del superamento e la sua durata dipendono dall’accelerazione nei tagli alle emissioni e dall’aumento delle emissioni negative, compresa la tecnologia di cattura della CO2. Sappiamo cosa bisogna fare: la questione è se le persone sono pronte per un cambiamento radicale e immediato delle attività che portano al cambiamento climatico, che inizi dall’abbandono di un sistema energetico basato sui combustibili fossili».
(Foto di Karsten Würth su Unsplash)
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