Sono state presentate lo scorso 29 giugno le linee guida per favorire la donazione di cibo (e quindi combattere lo spreco alimentare) all’interno dell’Unione europea. Il documento si intitola “Every Meal Matters”, ed è stato elaborato da FoodDrinkEurope, un’organizzazione che rappresenta il settore delle industrie alimentari a livello europeo. L’istituto si occupa, attraverso studi scientifici e raccolta di dati, di elaborare strategie per fare in modo che la produzione di cibo incontri le necessità della popolazione, favorendo una crescita sostenibile. Nel mese di luglio 2016 termina inoltre il progetto Fusions (Food Use for Social Innovation by Optimising Waste Prevention Strategies), finanziato dall’Unione europea per condurre delle stime in merito allo spreco di cibo nell’Ue e proporre, in modo analogo a FoodDrinkEurope, strategie per una riduzione significativa dello spreco alimentare.

Secondo Fusions, ogni anno i Paesi dell’Unione sprecano 88 milioni di tonnellate di cibo l’anno, «l’equivalente del 20 per cento di tutti gli alimenti prodotti nell’Ue. Questo corrisponde a un costo di 143 milioni di euro e 304 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, il 6 per cento delle emissioni annuali di gas serra». Per quanto riguarda il documento “Every Meal Matters”, i suoi contenuti sono stati veicolati in Italia grazie al supporto di Fondazione Banco alimentare onlus, delegata da Federazione europea delle Food Bank (Feba) a seguire questo progetto. È stato elaborato un ulteriore documento da presentare alle aziende che si occupano di cibo, con indicazioni per spingere queste ultime a donare i prodotti in eccesso ad associazioni specializzate nella redistribuzione a favore delle fasce economicamente più deboli della popolazione.

Come spiega l’istituto di ricerca SecondoWelfare, l’obiettivo è anche fare informazione alle aziende sulle leggi e le pratiche in atto negli altri Stati Ue, in modo da rendere gli operatori del mercato più consapevoli rispetto al livello generale della discussione e alle sue opportunità di sviluppo future. FoodDrinkEurope attende ora l’endorsement da parte della Direzione generale Salute e sicurezza alimentare, organo della Commissione europea, in modo da ottenere una validazione scientifica dello studio, un riconoscimento formale e una condivisione delle linee guida da parte degli Stati membri. Il progetto Fusions si è mosso su binari simili, ma con una prima fase di analisi dettagliata della legislazione e delle politiche Ue che abbiano in qualche modo una ricaduta sullo spreco alimentare (un’indagine simile è in corso anche sulle singole legislazioni a livello nazionale). Sulla base di questi dati sono state elaborate delle raccomandazioni sugli strumenti più efficaci (per l’Ue in generale e per i singoli Stati) per sostenere iniziative contro lo spreco alimentare nei diversi contesti.

Sono poi stati attivati sette progetti in sei Stati “pilota”, individuati come i più adatti a ispirare iniziative simili nel resto dei Paesi membri dell’Unione. «Un progetto – si legge sul sito della Commissione europea – era incentrato sulle scuole e forniva una serie di linee guida per gli insegnanti e le famiglie su come ridurre lo spreco alimentare e una migliore informazione a genitori e alunni sull’importanza della prevenzione dello spreco alimentare. Un altro progetto ha stilato raccomandazioni dettagliate su come incoraggiare lo sviluppo di “supermercati sociali”, organizzazioni che vendono alimenti, una parte dei quali proviene da surplus di prodotti alimentari, alle persone più povere a un prezzo ridotto. I supermercati sociali sono visti come un mezzo per colmare il divario tra il commercio tradizionale di alimenti e la donazione». Tutte queste iniziative si inseriscono negli obiettivi tracciati dalla Commissione per i prossimi anni, (la cosiddetta strategia “Europa 2020”), che prevedono tra l’altro la riduzione del 50 per cento dello spreco alimentare in Europa entro il 2020.