Le misure di isolamento decretate dal governo per contenere la pandemia di coronavirus stanno pesando su tutti noi, ma in misura diversa. Abbiamo parlato più volte delle donne vittime di violenza domestica e delle persone con disabilità. Un’altra categoria particolarmente colpita è quella dei minori, soprattutto nei casi in cui siano vittime di maltrattamenti all’interno della famiglia.

Telefono Azzurro e coronavirus

Come ha dichiarato il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, «La linea di ascolto 1 96 96 e le linee di Emergenza 114 e 116000, in questi giorni, hanno registrato un aumento delle segnalazioni e crescono i casi gestiti dai nostri operatori. I bambini e gli adolescenti vivono in queste ore uno stravolgimento della loro quotidianità e cercano un ascolto attento e delle risposte concrete alle loro paure». Per questo motivo, Telefono Azzurro ha tenuto a sottolineare che le sue linee di assistenza dedicate ai bambini restano attive 24 ore su 24, come sempre, così come i diversi canali social che l’associazione usa per comunicare. «Dare ordine e regolarità alla giornata di un bambino è indispensabile – ha scritto Telefono Azzurro –, tenendo in considerazione l’età: impegnare i più piccoli con giochi e attività che permettono di stabilire un rapporto diretto e concreto con i membri della famiglia. Con i bambini che frequentano la scuola elementare, media e con gli adolescenti i genitori sono chiamati a costruire un dialogo in cui il digitale diventi uno strumento positivo per la loro vita». L’associazione ha anche attivato una sezione sul suo sito dedicata al coronavirus, ricca di consigli su come aiutare i più piccoli ad affrontare la paura, rispondere alle loro domande, aiutarli a capire, e per suggerire alcune attività da svolgere a casa con i bambini.

Dati e iniziative per i bambini vittime di violenza

Secondo il Cismai, il Coordinamento italiano per i servizi all’infanzia, «Sono circa 450.000 in Italia i minorenni in carico ai servizi sociali di cui 91.000 a causa di maltrattamenti e 1.260.000 i minorenni che vivono in condizioni di povertà assoluta. Impossibile quantificare quanti vivono inoltre in situazioni di disagio sommerse o invisibili». I dati sono contenuti in una lettera aperta del Coordinamento, che nel testo chide inoltre al governo di varare un decreto che si occupi del problema. In una nota del 27 marzo, anche la Garante per l’infanzia, Filomena Albano, si è rivolta alle istituzioni (in particolare al presidente del Consiglio Giuseppe Conte) per sollevare alcuni punti fondamentali. «Per i bambini e i ragazzi segnati dall’epidemia, i cui genitori sono stati colpiti dal coronavirus, occorre definire tempestivamente interventi di protezione e tutela che favoriscano la continuità affettiva con i familiari più vicini e offrano un adeguato supporto materiale e psicologico», ha scritto Albano. Altri punti toccati dalla lettera sono sintetizzati sul sito dell’Autorità, che ha chiesto di dare vita a «cabine di regia locali per fare rete – come già avviene in alcuni territori – così da garantire continuità agli interventi urgenti e riorganizzare i servizi per mezzo dell’online e della valorizzazione delle attività domiciliari. […] Servono misure in un’ottica di sistema – quindi non frammentata – ad esempio per i bambini e i ragazzi con disabilità, per le loro famiglie e per gli operatori del settore». La garante auspica inoltre che si pensi a quando sarà finita l’emergenza, ma non se ne andranno i problemi che questa sta causando: «Bisogna pensare anche al dopo emergenza per i minorenni che versano in condizioni di povertà o marginalità affinché il divario educativo sia colmato tempestivamente. Per rendere poi effettivo il diritto all’istruzione occorre attivare tempestivamente la scuola a distanza per tutti e fare in modo che chi è privo di pc o tablet connessi ne sia dotato. Auspicata, inoltre, una cabina di regia unitaria a livello centrale e dei coordinamenti a livello locale con il duplice obiettivo di monitorare quanti studenti sono effettivamente raggiunti». Il testo integrale della lettera è consultabile qui.

(Foto di Sven Brandsma su Unsplash)