La Presidenza del Consiglio ha pubblicato, per conto del Commissario straordinario per la gestione dell’emergenza sanitaria, una piattaforma che riepiloga i dati sugli acquisti realizzati. Si tratta di una richiesta che le organizzazioni che si occupano di open data facevano da tempo. Un atto di trasparenza dovuta quanto lungamente attesa (se ne parlava almeno da aprile), che si inserisce in un tema più generale relativo all’importanza di avere dati trasparenti e affidabili per il buon funzionamento di una democrazia. È un passo nella direzione giusta, ma non è abbastanza. Per permettere infatti a chi si occupa di analisi dei dati di studiarli, questi dovrebbero essere scaricabili facilmente in un formato tabellare (csv o xls). Invece si tratta, come potete vedere andando sul sito, di una cosiddetta dashboard, che si pone come la vetrina finale in cui osservare i dati in forma aggregata, invece che come fonte per una loro successiva elaborazione. Quello dei dati scaricabili è un dettaglio importante, perché solo presentandoli nel formato giusto si innesca il processo di trasparenza che permetterà di valutare l’operato del Commissario straordinario. Per venire incontro a questa esigenza, Openpolis ha realizzato un ulteriore sito, dove gli stessi dati (assieme a quelli che aveva già raccolto in passato) sono liberamente scaricabili in formato tabellare, oltre che in forma aggregata e con visualizzazioni molto efficaci. Per farlo ha dovuto applicare però tecniche di raccolta dei dati non alla portata dell’utente medio. Il che è un controsenso, visto che quella della Presidenza del Consiglio doveva essere un’operazione volta alla trasparenza. Ma non è solo questo il limite riscontrato dagli esperti in questa iniziativa: «Secondo – scrive Openpolis –, mancano ancora diverse informazioni essenziali per valutare la gestione della crisi, a partire da quelle relative a come la gara si è svolta. Terzo, i dati pubblicati sono relativi solo ai contratti, ma non forniscono informazioni sul bando che ne è all’origine: questo impedisce qualsiasi riscontro su quanto è stato pubblicato, in quali tempi e secondo quale procedura. Significa non avere a disposizione tutti gli elementi per poter valutare pienamente la gestione dell’emergenza». Un altro problema è dato dal fatto che i dati riguardano appunto solo le spese effettuate dal Commissario straordinario, oltre che da Consip e protezione civile nella prima fase della pandemia (quando ancora Domenico Arcuri non aveva ricevuto la nomina). Secondo i calcoli di Openpolis, di un terzo dei circa 12 miliardi di euro banditi durante la crisi (al netto degli accordi quadro), spesi da amministrazioni che non siano le tre appena menzionate, non si sa nulla.
Dai dati pubblicati fin qui emergono comunque alcune tendenze degne di attenzione. «La prima cosa interessante che possiamo vedere con i nuovi dati è un confronto tra quanto messo a bando dal commissario straordinario e quanto effettivamente aggiudicato – spiega Openpolis –. Uno scostamento che può dipendere sia da ribassi in fase di aggiudicazione, sia dal fatto che il lotto non è stato ancora assegnato (oppure non è ancora disponibile l’importo finale). Il grosso degli importi relativi alla struttura commissariale riguarda la spesa per mascherine e altri dispositivi di protezione. Parliamo di bandi e affidamenti per un valore a base d’asta di circa 4 miliardi di euro, con un importo di aggiudicazione che per il momento ammonta a 2,56 miliardi. Seguono gli importi per infrastrutture e arredi sanitari e per gli arredi scolastici».
Per quanto riguarda le procedure seguite, a prevalere è la negoziazione senza pubblicazione del bando, che riguarda importi per una base d'asta di 4 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi effettivamente aggiudicati.
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