Fare esercizio fisico al mattino ha effetti molto diversi sul metabolismo rispetto allo stesso allenamento fatto più tardi nel corso della giornata, secondo un nuovo studio di cui scrive Gretchen Reynolds sul New York Times. Si tratta di una ricerca condotta su animali in laboratorio, che ha coinvolto topi sani che facevano jogging su piccoli tapis roulant, mappando centinaia di disparità nel numero e nelle attività delle molecole e dei geni in tutto il corpo dei roditori, a seconda che abbiano corso al mattino o la sera.
Molti dei cambiamenti rilevati riguardavano la combustione dei grassi e altri aspetti del metabolismo degli animali. Nel tempo, tali alterazioni potrebbero influenzarne i rischi di malattia e il grado di benessere. Anche se lo studio è stato effettuato su dei roditori, i suoi risultati potrebbero essere rilevanti per chiunque si chieda se è meglio fare esercizio fisico prima di iniziare a lavorare al mattino, o se potremmo ottenere lo stesso (o un maggiore) beneficio dall’esercizio pomeridiano.
Com’è noto, le nostre funzioni interne seguono un ritmo circadiano di 24 ore. Studi recenti su animali e persone dimostrano che quasi ogni cellula del nostro corpo contiene un orologio molecolare che si coordina con un sistema di temporizzazione più ampio e completo per dirigere la maggior parte delle operazioni biologiche. Grazie a questi orologi interni la nostra temperatura corporea, lo zucchero nel sangue, la pressione sanguigna, la fame, la frequenza cardiaca, i livelli ormonali, la sonnolenza, la divisione cellulare, il dispendio energetico e molti altri processi aumentano e diminuiscono secondo schemi che si ripetono durante il giorno.
Questi ritmi interni, sebbene prevedibili, possono ricalibrarsi sulla base di stimoli provenienti dall’interno e dall’esterno. Rispondono per esempio alla luce e al buio, ma sono influenzati anche dalle nostre abitudini di sonno e di alimentazione. Una recente ricerca, anch’essa effettuata su topi, suggerisce che anche l’ora del giorno in cui facciamo esercizio influisce sui nostri orologi interni.
I risultati di studi simili sulle persone hanno però dato risultati incoerenti e talvolta contraddittori. Pochi di questi però, osserva Reynolds, si sono spinti a esaminare i cambiamenti molecolari che influenzano la salute e i cicli circadiani, che potrebbero aiutare a spiegare alcune delle discrepanze tra uno studio e l’altro.
Così, per il nuovo studio, pubblicato questo mese come articolo di copertina in Cell Metabolism, un consorzio internazionale di ricercatori ha deciso di provare a quantificare quasi tutti i cambiamenti molecolari relativi al metabolismo che si verificano durante l’esercizio a diverse ore del giorno.
Ne sono emersi modelli interessanti, scrive Reynolds. Nel complesso, le differenze nei profili molecolari nei topi tra gli allenamenti del mattino e quelli del pomeriggio segnalavano un maggiore ricorso al grasso rispetto allo zucchero nel sangue nel primo caso. L’opposto si è verificato quando i topi correvano la sera. Se questi schemi sono veri nelle persone, si potrebbe ipotizzare che l’esercizio del mattino contribuisca maggiormente alla perdita di grasso, mentre gli allenamenti di fine giornata potrebbero funzionare meglio per il controllo degli zuccheri nel sangue.
Ma i topi non sono persone, e non sappiamo ancora se i loro modelli molecolari sono validi anche per gli esseri umani. Per questo motivo i ricercatori stanno lavorando a un esperimento comparabile che coinvolge le persone.
Pur con tutti i suoi limiti, questo studio sottolinea l’efficacia dell’esercizio fisico in qualsiasi momento della giornata. Forse un giorno saremo in grado di stabilire come distribuire l’attività fisica nella giornata per raggiungere obiettivi di salute specifici. Studi futuri probabilmente ci diranno, per esempio, se un’uscita in bicicletta o una corsa serali potrebbero aiutare a evitare il diabete più efficacemente di una passeggiata o una nuotata mattutine.
Ma per ora, ha sottolineato Lisa Chow, docente di medicina ed endocrinologia, «il momento migliore per fare esercizio fisico è ogni volta che si ha la possibilità di farlo».
(Foto di Alex McCarthy su Unsplash )
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