Da tempo gli esperti concordano sul fatto che l’esercizio fisico possa contribuire a proteggere dall’insorgere della demenza, che implica un declino delle funzioni cognitive col passare degli anni. Tuttavia, gli studi sull’argomento hanno dato spesso risultati contrastanti sul tipo, la frequenza o l’intensità dell’esercizio fisico che potrebbe essere più efficace in tal senso. Tre importanti studi di lungo periodo pubblicati negli ultimi mesi hanno provato a indagare meglio la questione, con risultati interessanti.

Gli studi, racconta il New York Times, hanno analizzato i dati di migliaia e persino centinaia di migliaia di persone che sono state seguite per molti anni, confermando l’assunto di partenza. Tra le diverse attività possibili, l’esercizio fisico fatto a una certa intensità sembra dare i risultati migliori, ma anche attività meno tradizionali, come le faccende domestiche, possono offrire benefici significativi. Sorprendentemente, questo vale anche per chi ha una storia familiare con casi di demenza.

Nel primo studio, pubblicato il 27 luglio sulla rivista Neurology, i ricercatori hanno analizzato le informazioni sulla salute di 501.376 partecipanti non affetti da demenza in un database britannico chiamato UK Biobank per stabilire i legami tra attività fisica e rischio di sviluppare la malattia.

Uno dei principali vantaggi di questo database è che dispone di dati genetici molto approfonditi sui partecipanti, che sono quindi stati analizzati anche in base al profilo di rischio dato dalla presenza di varianti genetiche notoriamente associate alla demenza o dalla presenza di parenti stretti affetti da questa patologia.

Uno dei principali limiti degli studi precedenti era che la definizione di attività fisica era piuttosto vaga. In questo caso invece i partecipanti hanno compilato questionari dettagliati sulla loro pratica di attività fisiche come praticare sport, salire le scale o camminare, e se andavano regolarmente a piedi o in bicicletta al lavoro. Sono stati indagati anche vari fattori legati allo stile di vita, tra cui la frequenza con cui svolgono le faccende domestiche.

I soggetti sono stati seguiti per 11 anni, nel corso dei quali 5.185 di loro hanno sviluppato forme di demenza. Lo studio ha riscontrato che, nei partecipanti che svolgono regolarmente un’attività intensa, il rischio di sviluppare la demenza si riduce del 35 per cento. Anche le persone che dichiarano di svolgere regolarmente le faccende domestiche hanno avuto un beneficio significativo, con un rischio ridotto del 21 per cento.

Come si diceva, tra gli aspetti più incoraggianti c’è il fatto che l’associazione tra attività fisica e riduzione del rischio si estende anche a quanti hanno una storia familiare di demenza.

Il secondo studio, pubblicato su Neurology, ha messo assieme i dati di 38 studi diversi per verificare quali attività ricreative fossero associate a una riduzione del rischio di demenza. Complessivamente, gli studi considerati hanno riguardato più di due milioni di soggetti sani per almeno tre anni, durante i quali 74.700 hanno sviluppato la patologia.

Tenuto conto di età, livello di istruzione e genere, i ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che facevano regolarmente esercizio fisico – definito come camminare, correre, nuotare, ballare, partecipare a sport o allenarsi in palestra – avevano un rischio inferiore del 17% di sviluppare la demenza rispetto agli altri.

Questa meta-analisi, scrive il Times, dimostra che la prevenzione della demenza non si limita a un unico tipo di attività. Data la diversità di pratiche dei partecipanti, «raccomandiamo alle persone di fare l’esercizio che preferiscono», ha detto un ricercatore.

In un terzo studio pubblicato ad agosto, gli autori hanno seguito oltre 1.200 bambini e ragazzi tra i 7 e i 15 anni per oltre 30 anni. Quelli che facevano più attività motoria da bambini avevano livelli migliori di funzionamento cognitivo arrivati alla mezza età, il che fa pensare che fare attività fisica nel corso di tutta la vita possa essere benefico per il cervello.

Complessivamente, conclude il Times, questi studi suggeriscono che il modo in cui muoviamo il nostro corpo ogni giorno potrebbe avere effetti che si accumulano nel tempo. Inoltre, corroborano l’idea che un’attività fisica regolare e duratura, in tutte le sue forme, contribuisca a ridurre il rischio di demenza, anche per le persone considerate ad alto rischio.

(Foto di Adli Wahid su Unsplash)

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