La Comunità di Capodarco ha elaborato alcuni suggerimenti rivolti alla politica e al governo che verrà dopo il voto. In un quadro culturale preoccupante, si legge, servono sostegno concreto alla non autosufficienza, interventi sulla famiglia e rafforzamento delle politiche sociali. La sintesi di Redattore Sociale.

Ristabilire l’autonomia del Ministero delle Politiche sociali, il cui accorpamento con il Ministero del Lavoro è stato “un errore” perché “le politiche sociali hanno altri destinatari, che solo in parte sono connessi con il problema del lavoro”. Predisporre interventi sulla famiglia, dagli asili nido alla lotta alla povertà, varare azioni per un sostegno concreto alla non autosufficienza. Sono questi alcuni dei “consigli gratuiti al nuovo governo” che la Comunità di Capodarco si prepara ad offrire ai leader di partito invitati per un confronto a Roma, il prossimo 7 settembre, sui temi della tutela della persona e delle sue fragilità. Un appuntamento che si innesta nell’ambito della campagna “Welfare Umano” già inaugurata a fine giugno con una due giorni di dibattito e riflessione.

Nel contesto di campagna elettorale e quindi di confronto collettivo sulle prospettive del nostro paese, in un documento elaborato per l’occasione da “donne e uomini che vivono nei territori, che hanno problemi di autonomia, ma che partecipano alla vita sociale con interesse e responsabilità”, viene posta da parte della Comunità di Capodarco una specifica attenzione agli interventi di welfare, cioè a quelle azioni necessarie a garantire un tenore di vita dignitoso per tutti, anche a coloro che a causa di malattia, disabilità, solitudine, povertà o discriminazione non sono in grado da soli di vivere una situazione di benessere.

La riflessione individua tre grandi quadri culturali, che rappresentano le tendenze sociali attuali, assai preoccupanti: anzitutto, un clima di disprezzo per i fragili, certamente favorito dal contesto di incertezza e paura che Covid, guerra in Ucraina, inflazione e speculazioni finanziarie hanno creato, e caratterizzato da un atteggiamento di “sostanziale chiusura con tratti di aggressività”. In secondo luogo, una generale mancanza di progettualità per il futuro, che non colpisce solo i giovani. Infine, una forte fragilità delle relazioni sociali, familiari e personali, che ha nella denatalità una delle sue più evidenti e tragiche manifestazioni.

Il documento della Comunità di Capodarco ammette che, di fronte a questo contesto, “non è facile per la politica invertire tendenze sociali” ma afferma che essa può comunque indicare delle linee di intervento generali a partire da un’analisi della situazione esistente che vede una disparità in forte crescita, una sostanziale assenza di una programmazione industriale ed evidenti segnali di fragilità anche in quel grande e corposo capitolo di welfare rappresentato dalla sanità.

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(Immagine di Arek Socha su Pixabay)

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