Grazie a una ricerca realizzata da Ipsos Mori in 40 Paesi nel mondo, oggi possiamo esplorare quel “corridoio” che separa la percezione di alcuni fenomeni dalla realtà dei fatti (o almeno dalle stime più accurate che si hanno a disposizione). Lo studio prevedeva di intervistare, tra il 22 settembre e il 6 novembre 2016, circa 30mila persone (di cui mille in Italia), chiedendo loro, volta per volta, di provare a dare una misura ad alcune questioni: quanti musulmani ci sono nel tuo Paese? Su 100 tuoi concittadini, quanti si dichiarerebbero contrari alla pratica dell’aborto? E al sesso prima del matrimonio? Le risposte sono poi state aggregate e confrontate con i dati reali, e da lì si è costruito un “indice dell’ignoranza”. Per quanto riguarda l’Italia, spostandosi tra i vari temi, il corridoio di cui parlavamo prima somiglia molto al mantice di una fisarmonica.
Su alcune questioni gli italiani hanno un’idea abbastanza precisa della realtà, mentre su altri (complice, ancora una volta, un’informazione poco precisa e spesso sbilanciata) la distanza tra fenomeno percepito e fenomeno reale è molto ampia. Tutto sommato, a livello di classifica generale, non siamo messi poi così male, visto che davanti a noi, in fatto di accuratezza, ci sono solo sette Paesi (Germania, Australia, Malesia, Repubblica Ceca, Korea del Sud, Gran Bretagna, Paesi Bassi).
Sfogliando le slide (che si possono osservare qui), uno dei fenomeni che colpisce di più riguarda la percezione della presenza di musulmani nel proprio Paese. Generalmente, in Europa si tende a sovrastimare il loro numero. In Italia, per esempio, le persone pensano che la loro presenza si attesti intorno al 20 per cento della popolazione, quando in realtà sono solo il 3,7 per cento (con una differenza di +17 per cento). In ambito europeo, più lontano di noi dalla realtà c’è solo la Francia dove, a fronte di un dato reale intorno al 7,5 per cento, i francesi hanno risposto valutando che il 31 per cento della popolazione sarebbe di fede islamica (+24 per cento).
Risultati simili (anzi più marcati) si sono ottenuti chiedendo alle persone una proiezione su quanti musulmani si aspettano ci saranno nel proprio Paese nel 2020. Anche in questo caso francesi e italiani sono andati più di tutti lontano dalla realtà (seguiti a breve distanza dal Belgio) in Europa. La proiezione reale per la Francia è dell’8,3 per cento, mentre le persone ipotizzano addirittura un 40 per cento (+31 per cento); per l’Italia le stime più attendibili parlano di un 4,9 per cento, mentre la media degli intervistati ha previsto un 31 per cento (+26 per cento). Sicuramente questo sbilanciamento è dovuto alla grande risonanza mediatica che negli ultimi anni stanno avendo le impressionanti cronache riguardanti l’Isis (sia a livello militare, in Medio Oriente, sia per quanto riguarda gli attentati terroristici un po’ ovunque nel mondo), nonché le ondate migratorie di persone in arrivo da Paesi a maggioranza musulmana. Effettivamente il dato è previsto in aumento, e in questo la realtà segue la percezione, ma siamo su livelli decisamente più contenuti.
Per quanto riguarda l’accettabilità morale dell’omosessualità, anche qui l’Italia presenta un forte scostamento tra percezione e realtà. Teniamo presente che in questo caso le persone non dovevano rispondere parlando di se stessi e del loro parere rispetto al tema, bensì provare a ipotizzare quanti loro concittadini, in percentuale, pensano che l’omosessualità sia moralmente inaccettabile. Le stime reali dicono che in Italia quella percentuale si attesta intorno al 19 per cento, mentre il valore percepito è del 41 per cento (+22 per cento). Livelli di scostamento molto alti si registrano in diversi altri Paesi europei, dove il dato reale è molto più basso che da noi, mentre la stima su ciò che ne pensano gli altri è più o meno su livelli simili. I Paesi Bassi sono a 5 (dato reale) contro 36 (percezione) (+31 per cento), la Repubblica Ceca a 14 contro 43 (+29 per cento), la Spagna a 6 contro 34 (+28 per cento).
Dove siamo andati più vicini a indovinare è sulle opinioni in tema di aborto. Anche qui la stima degli intervistati (alla domanda: «Che percentuale di persone pensi che direbbe di ritenere l’aborto moralmente inaccettabile?») è stata piuttosto alta (44 per cento), solo di tre punti più alta rispetto al dato reale (41 per cento). Segno che nel nostro Paese la questione è ancora molto controversa. Cosa peraltro confermata dal frequente ritorno del tema anche all’interno del dibattito politico, nonché dal problema del ricorso massiccio all’obiezione di coscienza da parte dei medici italiani, che rende spesso difficile per le donne l’accesso a un diritto previsto dalla legge.
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