L’influenza rappresenta un problema ricorrente per la salute pubblica in tutta Europa e mette a dura prova i sistemi sanitari, in particolare nei mesi invernali. La vaccinazione è una strategia chiave per mitigare questi effetti e, in uno studio recente, è stata messa in luce l’efficacia dei vaccini antinfluenzali, in particolare contro ceppi diversi e tra gruppi di età differenti.

La ricerca, una meta-analisi che include i dati di oltre 192 mila pazienti e che è stata validata con altri 6,5 milioni di registrazioni dal database TriNetX, rivela che, sebbene la vaccinazione offra un’ampia protezione contro le complicazioni legate all’influenza, la sua efficacia varia nel prevenire l’infezione iniziale. Lo studio si è concentrato sui tre principali tipi di influenza: l’influenza A (IAV), i sottotipi H1N1 e H3N2, e l’influenza B (IBV).

I vaccini sono efficaci nel ridurre il rischio di malattia, di ospedalizzazione e di morte, soprattutto per i gruppi a rischio come i bambini piccoli, gli anziani e le persone con condizioni di salute precarie. Tuttavia, lo studio evidenzia una distinzione: sebbene la vaccinazione sia altamente efficace nel ridurre la gravità della malattia, può essere meno efficace nel prevenire del tutto l’infezione, in particolare con il sottotipo H3N2. Ad esempio, mentre la vaccinazione è efficace contro l’H1N1 e l’IBV in tutte le fasce d’età, la protezione contro l’infezione da H3N2 negli individui più anziani è ridotta.

Inoltre, lo studio ha evidenziato che, sebbene i bambini di età inferiore ai cinque anni presentino una maggiore prevalenza di infezioni influenzali, la vaccinazione sembra essere particolarmente efficace in questo gruppo di età contro tutti e tre i virus. Al contrario, negli adulti più anziani (oltre i 65 anni) la vaccinazione ha mostrato una ridotta protezione dall’infezione da H3N2. Nonostante ciò, la vaccinazione contro l’H3N2 presenta un’elevata efficacia nel ridurre il rischio di malattia grave e di morte in tutte le fasce d’età, paragonabile a quella contro l’H1N1 e l’IBV.

I ricercatori sottolineano che, dati i tassi di infezione più elevati, la vaccinazione antinfluenzale dovrebbe concentrarsi sulla prevenzione della malattia grave piuttosto che sulla sola infezione. Questo messaggio potrebbe migliorare l’accettazione della vaccinazione e la consapevolezza del pubblico. È importante sottolineare che la vaccinazione è efficace nel ridurre il rischio di morte per influenza, in particolare per i ceppi H1N1 e H3N2. Questa protezione dura fino a 12 mesi dopo l’infezione ed è particolarmente importante per gli adulti di età superiore ai 65 anni.

Lo studio ha anche preso in considerazione il ruolo delle patologie preesistenti sulla gravità dell’influenza. È emerso che condizioni come malattie cardiovascolari, neoplasie e disturbi mentali possono aumentare in maniera significativa il rischio di mortalità in seguito a un’infezione influenzale. Tuttavia, la vaccinazione riduce notevolmente il rischio di mortalità nei pazienti con questi problemi, evidenziando l’importanza della vaccinazione per i soggetti vulnerabili.

Lo studio presenta ovviamente alcuni limiti. Si basa infatti su casi di influenza confermati in laboratorio, il che può portare all’esclusione di casi lievi o asintomatici. Inoltre, la mortalità non può essere direttamente attribuita all’infezione virale, in quanto anche altri fattori possono influire. La ricerca fornisce però indicazioni preziose sull’efficacia dei vaccini antinfluenzali, sottolineando come la vaccinazione sia essenziale per prevenire malattie gravi e decessi, soprattutto tra i gruppi a rischio. Anche se i vaccini non possono prevenire completamente l’infezione, riducono in maniera rilevante l’impatto dell’influenza, il che è un aspetto importante da considerare quando si adottano misure di sanità pubblica per combattere l’influenza. La comunicazione pubblica dovrebbe quindi mettere in evidenza il ruolo cruciale della vaccinazione nella prevenzione di esiti gravi, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla prevenzione delle infezioni.

(Foto da freepik)

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