I sentimenti degli europei (e quindi anche degli italiani) verso l’UE sono piuttosto altalenanti negli ultimi anni. Se durante il periodo dell’austerity l’Unione ha raggiunto probabilmente il picco negativo della sua popolarità (chiedetelo ai greci), con strumenti quali il Next Generation EU (quello che in Italia è diventato il PNRR) ha invece dimostrato di poter essere un valido strumento di ripresa in seguito a eventi straordinari qual è stata la pandemia di Covid.
Tuttavia, per molti resta un po’ misterioso il modo in cui l’attività dell’UE influenza le nostre vite, e se le migliora o le peggiora. Torna utile in questo un articolo apparso su The Conversation, che elenca alcuni esempi molto concreti in merito.
1. Prezzi dell’elettricità e dei carburanti
Il prezzo dell’elettricità dipende in modo significativo dalle azioni dell’UE. Ce ne siamo accorti nel 2022, quando l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha scatenato una crisi di approvvigionamento energetico in gran parte del continente. L’UE ha risposto con una serie di misure strutturali e fiscali volte a garantire l’approvvigionamento di gas naturale e a diversificare le fonti energetiche. Inoltre, ha cercato di intervenire sui prezzi del gas attraverso meccanismi correttivi dei prezzi, frenando così le impennate dei prezzi dell’elettricità. Questi sistemi sono stati applicati in modo diverso in tutto il continente.
2. Agricoltura
Quest’inverno, gran parte dell’Europa è stata testimone delle diffuse “proteste dei trattori”. Di certo gli agricoltori sono stati toccati pesantemente dalla legislazione europea, come il Green Deal o i regolamenti sui pesticidi proposti dalla Commissione (e poi ritirati anche a causa delle proteste).
Tuttavia, il complesso sistema di sussidi all’agricoltura è di importanza vitale per il settore, e proviene proprio dal bilancio europeo. In particolare, spiega l’articolo, si deve a tre atti legislativi del 2021.
3. Intelligenza artificiale
Il regolamento sull’intelligenza artificiale è stato approvato dal Parlamento europeo e dagli stati membri a febbraio. Una volta entrato in vigore, le aziende che operano nel mercato interno dovranno valutare il livello di rischio posto dai sistemi di intelligenza artificiale che utilizzano.
Dovranno inoltre adottare misure di sicurezza per salvaguardare i diritti fondamentali delle persone interessate dalla loro attività. Tra questi, il diritto di contestare le discriminazioni quando le decisioni sono prese da algoritmi.
Il regolamento sta già attirando critiche per gli effetti negativi che potrebbe avere sul settore, in quanto i detrattori sostengono che comporterà costi aggiuntivi, scoraggerà l’innovazione e ridurrà la competitività. Tuttavia, la norma è all’avanguardia per quanto riguarda la protezione dei cittadini, ad esempio contro l’uso di software di riconoscimento facciale da parte delle forze di sicurezza.
4. Misure sociali
Alcune misure sociali dell’UE hanno un ambito di applicazione forse più limitato e riguardano settori specifici. Ne sono un esempio la direttiva sulla conciliazione vita-lavoro di genitori e badanti, la direttiva recentemente approvata sui lavoratori delle piattaforme digitali (come Just Eat, Glovo e altre) e la proposta di direttiva sulla carta europea della disabilità.
La prima introduce un periodo di congedo di cinque giorni lavorativi all’anno per prendersi cura di chi ha bisogno di assistenza.
La seconda sposta l’onere della prova sulle piattaforme digitali, che hanno la responsabilità di dimostrare che le persone che lavorano per loro non sono dei dipendenti. In questo modo i lavoratori si trovano in una posizione migliore quando si tratta di esercitare i propri diritti nei confronti delle aziende.
Grazie alla terza direttiva, i titolari della carta saranno trattati alla stregua dei residenti disabili dei Paesi dell’UE in cui si recano per brevi soggiorni, consentendo loro, ad esempio, di parcheggiare l’auto in spazi riservati.
Oltre a questi sviluppi più recenti, ci sono innumerevoli esempi di legislazione europea che hanno avuto un impatto sulla vita quotidiana dei cittadini per decenni.
Ad esempio le patenti di guida: i cittadini dell’UE non devono preoccuparsi quando attraversano i confini in auto, poiché le loro patenti sono riconosciute in tutto il continente. Questo grazie all’articolo 2 della direttiva del 2006 sulle patenti di guida.
Lo stesso vale per le cure mediche in un altro Stato membro: i cittadini dell’UE in viaggio ricevono le stesse cure dei residenti del Paese ospitante, grazie alla direttiva del 2011 sull’assistenza sanitaria transfrontaliera.
E per quanto riguarda i viaggi aerei, se un volo subisce un grave ritardo, i passeggeri hanno diritto a un risarcimento ai sensi di un regolamento UE del 2004.
L’elenco, conclude l’articolo, potrebbe continuare all’infinito, ma ciò che è chiaro è che lo scetticismo nei confronti degli effetti – e dell’efficacia – dell’attività dell’UE nelle nostre vite è poco giustificato.
(Immagine da Freepik)
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