Leggendo l’abstract (cioè il riassunto posto all’inizio) di uno studio scientifico, spesso scoprirete che il lavoro in questione è qualcosa di “eccellente” o “originale”. Ma la probabilità di incontrare tali termini cambia, a seconda che alla guida del team di ricerca ci sia un uomo o una donna. Per la precisione, secondo uno studio scientifico in merito, le donne usano tali espressioni il 12,3 per cento in meno rispetto agli uomini. Nel caso dei giornali più importanti e prestigiosi (ci sono specifiche classifiche e punteggi per determinarlo), poi, il divario sale al 20,4 per cento. Si tratta di differenze che non sono solo stilistihe, come fa notare Elizabeth Cooney su Stat Plus. Pubblicare su un giornale ad alto impatto significa essere citati più facilmente in articoli che compaiono su altri giornali, il che a catena può portare a un aumento della misura di influeza per un dato ricercatore. Essere citati molte volte è un parametro importante per ottenere assunzioni, promozioni, pagamenti e finanziamenti più alti.

Metodologia

Per misurare questo indice, gli autori dello studio hanno analizzato gli abstract di oltre 100mila articoli di ricerca clinica trovati tra gli oltre sei milioni di paper di scienze naturali indicizzati su PubMed tra il 2002 e il 2017. Per ognuno hanno guardato al primo e all’ultimo nome nella lista degli autori (tipicamente un ricercatore junior e un mentore, rispettivamente). Un algoritmo ha poi stabilito, in base al nome, se si trattasse di un uomo o una donna. Infine, è stato processato ogni abstract in cerca di 25 parole, prese da una lista validata in una ricerca precedente. I risultati sono stati ponderati secondo alcuni elementi di contesto. Per esempio, un test clinico che rispetti gli standard massimi di eccellenza sarà più probabilmente uno studio che merita parole di elogio. Ecco perché hanno comparato tra loro solo studi della stessa tipologia. Un elemento che potrebbe avere influito sui risultati, sipegano i ricercatori, sono i commenti e le modifiche suggerite dagli editor. Ciò che è stato analizzato infatti non è la bozza inviata dagli autori al giornale, bensì l’articolo pubblicato. Siccome un’altra ricerca ha trovato che gli articoli scritti da donne ricevono più spesso commenti e proposte di modifica, è possibile che questo abbia influito sullo stile del testo finale. Inoltre, se il processo redazionale richiede più tempo del previsto, è più facile che poi l’articolo risenta del ritardo con cui viene pubblicato, e che sia un po’ meno “eccellente” e “originale”. Questa ricerca conferma che c’è un problema più ampio che riguarda le donne nel campo della ricerca scientifica, che rallenta o impedisce il loro avanzamento professionale.

Con questo articolo, ZeroNegativo sospende le pubblicazioni per alcuni giorni. Riprenderemo la normale attività editoriale a partire dal 7 gennaio 2020. Buone feste e felice anno nuovo da parte della redazione e di Avis Legnano!

(Foto di Raphael Schaller su Unsplash)