Il decimo dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dall’Onu per il 2030, si intitola “Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni”. Ciò significa ridurre la differenza tra i redditi dei più ricchi e dei più poveri, sia a livello nazionale che internazionale. Nel testo che segue, dopo avere constatato che nel corso degli ultimi decenni le disparità di reddito sono aumentate, si legge che «Non vi è nulla di inevitabile nella crescita delle disparità di reddito; diversi paesi sono riusciti a contenere o ridurre le disparità di reddito, raggiungendo elevati livelli di crescita».
Purtroppo, come vedremo, i dati ci dicono che non stiamo andando nella direzione giusta per il raggiungimento di questo obiettivo. Per questo motivo, a luglio, ricercatori di 67 paesi hanno scritto una lettera aperta al segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e al presidente della Banca Mondiale, Ajay Banga, esortandoli a «raddoppiare gli sforzi per affrontare la crescente disuguaglianza estrema». Gli autori della lettera si spingono oltre, affermando che l’obiettivo viene «ampiamente ignorato».
Come fa notare un articolo su Nature, non è la prima volta che i ricercatori cercano di portare l’attenzione del mondo sulla disuguaglianza. Nel 2009 venne pubblicato il testo The Spirit Level degli epidemiologi Richard Wilkinson e Kate Pickett, che dimostra come la riduzione delle disuguaglianze comporti una serie di benefici a cascata, dal miglioramento della salute a una riduzione della criminalità e migliori rendimenti scolastici.
Il libro ebbe grande successo, venendo letto e citato spesso dai più importanti rappresentanti istituzionali del tempo. Tuttavia, sottolinea Nature, nonostante l’apprezzamento generalizzato, l’analisi non ha cambiato l’approccio dei governi.
Come tutti gli SDG, anche questo prevede diversi target. Alcune note positive ci sono: la disuguaglianza di reddito complessiva tra i paesi sta diminuendo. Anche un altro target, la riduzione dei costi sostenuti dai lavoratori migranti che inviano le rimesse alle loro famiglie, è in procinto di essere raggiunto, anche se non entro la scadenza del 2030.
Ad aumentare però è la disuguaglianza di reddito all’interno dei paesi. A livello globale, spiega Nature, nei 15 anni precedenti al 2019 la produzione economica in termini di prodotto interno lordo è all’incirca raddoppiata, ma la quota di produzione economica guadagnata dai lavoratori che producono i beni e i servizi alla base dell’aumento è scesa dal 54,1% nel 2004 al 52,6% nel 2019.
Alcuni eventi hanno avuto un particolare impatto su questa tendenza. Tra il 2019 e il 2020, la pandemia COVID-19 ha causato il più forte aumento della disuguaglianza globale dalla Seconda guerra mondiale. Se alcune persone hanno potuto spostare il proprio lavoro online, molte non sono andate a lavorare o hanno perso il lavoro.
Poi l’inflazione è aumentata, ancora prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. Sebbene molti Paesi a reddito più elevato abbiano aumentato le protezioni sociali per i più vulnerabili, per i Paesi a reddito più basso è stato difficile farlo.
Secondo gli autori della lettera, però, i progressi sarebbero stati scarsi anche senza la pandemia e l’invasione dell’Ucraina. Gran parte del problema risiede nel fatto che ciascuno dei 17 SDG tende a essere perseguito in modo isolato, con i responsabili politici che sembrano ignorare le interazioni tra i diversi obiettivi. Secondo una ricerca del 2019, la riduzione della disuguaglianza nelle nazioni ricche aiuterebbe a raggiungere quasi tutti gli altri obiettivi. Lo stesso vale per la riduzione della povertà nei paesi più poveri.
Alla domanda di Nature sul perché pensa che l’SDG 10 stia fallendo, Richard Wilkinson suggerisce di pensare alla riduzione della disuguaglianza che si è verificata nei paesi ad alto reddito dagli anni ’30 alla fine degli anni ’70: in gran parte perché i movimenti sociali hanno chiesto allo Stato di svolgere un ruolo maggiore nella protezione delle persone vulnerabili. Qualcosa di simile dovrà accadere di nuovo.
(Foto di Matthew TenBruggencate su Unsplash)
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