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Il primo ottobre la Camera dei deputati inizierà la discussione della legge delega di riforma del terzo settore, la cui approvazione è stata annunciata entro la fine dell’anno. Ma quali sono i tempi previsti per l’entrata in vigore delle norme che scaturiranno da questo percorso? Lo spiega Carlo Mazzini in un post che riportiamo di seguito.

Andando a spulciare nelle convocazioni delle Commissioni, ho trovato che l’1 ottobre quale ultimo argomento la XII commissione della Camera inizierà ad affrontare il ddl C 2617 recante “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”.

Realtà e fantasia si danno battaglia anche su questo fronte. È realtà il fatto che sia stata annunciata ad aprile dal premier Matteo Renzi la volontà di riformare il terzo settore che disse «dovrebbe chiamarsi il Primo settore»; è stato allora, ricordate?, che abbiamo assistito alla prima triste ola di palafrenieri e tifosi in ordine sparso. La realtà ci ha portato all’inizio di maggio le linee guida della riforma, commentate nel giro di un mese da enti e persone che hanno contribuito inviando annotazioni, critiche e ambiti di miglioramento al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che proprio in questi giorni si è affrettato – per così dire, il tempo è una variabile soggettiva – a darci uno spaccato delle risposte. Le trovate qui.

A fine giugno doveva esserci la discussione in Consiglio dei Ministri, ma il Terzo Settore che doveva essere il Primo è slittato nella discussione ai primi di Luglio. Per vedere un testo di disegno di legge abbiamo atteso i primi di Agosto, tra un trolley e una prenotazione in albergo, annunciato dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Alla Camera è stato presentato il 22 agosto e il testo reale l’abbiamo letto nella prima decade di settembre. Poi il nulla. Adesso sappiamo che dal 1° ottobre si inizierà a discutere sul testo nella Commissione. Il relatore è l’onorevole Donata Lenzi, del Pd, bolognese, laureata in legge. È onorevole dal 2005, in questa legislatura ha votato diversamente dal proprio gruppo parlamentare 11 volte, cioè lo 0,23 per cento delle volte, è molto presente in Assemblea (85 per cento). Tutti dati che trovate in Openparlamento. Ha esperienze sul non profit? Boh? È un male se non le avesse? Direi di no se guardassimo ai profili dei nostri cari, vecchi parlamentari amici del non profit (i nomi non li faccio, chi legge li conosce).

Questa è la realtà, per così dire, in lento divenire. La fantasia è che entro l’anno avremo la legge (che è legge delega, quindi da sola non vale una cicca senza i decreti legislativi che verranno scritti nelle stanze dei Ministeri). Entro l’anno avremo la legge è frase detta dall’onorevole Luigi Bobba, Vice Ministro del Ministero del Lavoro con delega al non profit. Lo ha detto a Rimini a fine agosto.

La fantasia è che il riflesso (positivo, sperano i promotori e noi tutti, anche se scettici) si abbia a breve, già nel 2015. Purtroppo non sarà così, quindi facciamo un patto. Noi non mettiamo fretta, consapevoli che tra l’annuncio iniziale e uno straccio di testo ancora tutto da discutere ci hanno messo sei mesi buoni! Loro, e parlo dei politici e portatori d’acqua, non ci prendano per il naso a dire che c’è la luce in fondo al tunnel. Il lavoro da fare è ancora tanto come disse giustamente l’onorevole Edoardo Patriarca a Vita all’inizio di luglio. Anche lui – come accade agli orologi rotti che due volte al giorno indicano l’ora esatta – ogni tanto ne azzecca qualcuna (a voler essere pignoli, l’onorevole che siede su tre poltrone ha una frequenza di successo un po’ minore, vabbè).

Questa danza lenta è cominciata, e questo è l’importante.

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