Il riso rosso fermentato è uno dei rimedi che stanno avendo più successo per il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue, e oggi possiamo dire che non presenta rischi per la salute. In anni recenti sono comparsi articoli e casi studio che ne mettevano in dubbio la sicurezza per l’organismo, pur precisando che le considerazioni erano da prendere a titolo precauzionale, visto che nessuno si era ancora preso la briga di fare una revisione sistematica della questione e provare a trarre delle conclusioni. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il primo studio di questo tipo, sulla rivista scientifica ScienceDirect, che ha concluso che l’assunzione di riso rosso fermentato, e monacolina K (lovastatina) contenuta, non presentano rischi per la salute (ovviamente rispettando le dosi consigliate e in assenza di patologie o condizioni di rischio, da valutare assieme al proprio medico).
Cos’è la nutraceutica
Il riso rosso fermentato fa parte dei nutraceutici, una categoria di prodotti affine agli integratori alimentari, seppure ben distinta (a livello legale non è stata ancora isolata come tipologia a sé, quindi da questo punto di vista i nutraceutici vanno considerati integratori alimentari). Gli integratori sono sostanze la cui assunzione ha il fine di integrare (per l’appunto) «la dieta normale, e costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico» (Direttiva 2002/46/CE). I nutraceutici hanno invece come finalità la prevenzione o il trattamento di malattie, sfruttando componenti alimentari o principi attivi presenti negli alimenti. Il termine, che risale al 1989, si deve all’endocrinologo Stephen De Felice, ed è un neologismo che unisce le parole “nutrizione” e “farmaceutico”.
Come funziona il riso rosso fermentato
Il riso rosso fermentato è prodotto dalla fermentazione di un particolare lievito (Monascus purpureus) sul riso. Nel processo di fermentazione, il lievito arricchisce il riso con un insieme di sostanze che hanno un grande impatto nella riduzione dei grassi: tra questi la monacolina K. Normalmente, gli integratori che derivano dal riso fermentato contengono una concentrazione di monacoline fino all’1,9 per cento. La monacolina K (detta anche lovastatina) fa parte delle statine, cioè il tipo di inibitori dell’enzima responsabile della sintesi del colesterolo nell’organismo, contenuti nei normali farmaci per l’abbassamento del colesterolo.
Perché si è arrivati a risultati diversi dai precedenti
Ciò che differenzia lo studio in questione, come spesso accade nelle revisioni sistematiche, è la grande quantità di dati messi a confronto, oltre a criteri di selezione delle fonti molto stringenti. I ricercatori hanno catalogato 459 articoli pubblicati sull’argomento, di cui solo 53 (per un totale di oltre 8.500 pazienti analizzati) hanno dimostrato di avere le caratteristiche necessarie a finire nella meta-analisi. In particolare, le preoccupazioni relative al riso rosso fermentato avevano a che fare con possibili problemi muscolo-scheletrici legati all’assunzione della monacolina K. Confrontando e analizzando i dati, i ricercatori hanno trovato che in 37 studi nessun paziente ha riportato conseguenze di questo tipo. Nei restanti 16, non ci sono evidenze del fatto che l’aumento di rischio di malattie muscolo-scheletriche sia in qualche modo collegato alla terapia per il colesterolo. In nessun caso sono state riscontrate patologie non muscolo-scheletriche, e anzi in 19 casi su 53 si è riscontrata una riduzione generale del rischio di sviluppare malattie non legate all’apparato muscolo-scheletrico. Alle dosi testate, dunque, il riso rosso fermentato (e la monacolina K che lo rende efficace per la riduzione del colesterolo) è altamente tollerato dall’organismo, e il suo uso può avere effetti benefici generali sulla salute.
Attenzione: le informazioni contenute in questo articolo non costituiscono consigli medici. È sempre opportuno consultare il proprio medico di base per qualsiasi chiarimento in merito alla propria salute.
(Foto di TUAN ANH TRAN su Unsplash)