Tra i detrattori dell’efficacia dei vaccini (che spesso sono poi anche sostenitori della loro dannosità) si cita spesso il fatto che certe malattie avrebbero cominciato a scomparire ben prima dell’introduzione del vaccino specifico. Un aspetto che a loro dire dovrebbe destare “sospetti” in chi, e cioè la comunità scientifica tutta, li ritiene una delle maggiori conquiste della scienza. Per rispondere a questo e altri dubbi, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri ha messo online un sito che rappresenta una risorsa molto importante, piena di informazioni affidabili e verificate, presentate con un linguaggio semplice e accessibile: Dottoremaeveroche. Su questo sito, che vi invitiamo a consultare ancor prima di googlare la vostra curiosità sulla salute, abbiamo trovato un articolo molto interessante e completo sull’argomento, scritto da Roberta Villa, medico e giornalista.

Come spiega Villa, effettivamente su certe patologie si può notare una riduzione della mortalità anche prima dell’introduzione del vaccino, ma il motivo è dato da aspetti di contesto. Innanzitutto, è opportuno fare distinzione tra mortalità e incidenza di una malattia. Spesso infatti, grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e all’introduzione di nuovi farmaci, alcune malattie hanno smesso di fare vittime e sono diventate curabili. Questo non vuol dire però che sia un bene contrarle, anche considerando il fatto che alcune di esse possono avere effetti permanenti anche gravi sul malato. Per non parlare del parametro della sofferenza, che statisticamente non può essere misurato, ma che gioca una parte molto importante nella qualità della vita.

Villa nel suo articolo presenta il caso della difterite: «La malattia ha cominciato a uccidere un minor numero di bambini nel secondo dopoguerra, prima dell’introduzione della vaccinazione, sia per la diffusione degli antibiotici, sia, soprattutto, dell’antitossina difterica. Infatti la minaccia per la vita in questo caso non viene tanto dal batterio in sé, bensì dalla tossina che produce, per cui a volte la disponibilità dell’antidoto, oggi difficilmente reperibile, ha salvato qualche vita. Nei grafici relativi a questa malattia, quindi, la mortalità ha cominciato a scendere, grazie a questi farmaci, prima che cominciasse a diminuire l’incidenza, cioè la frequenza con cui si manifestava la difterite nei bambini italiani. In altre parole, i bambini si ammalavano ancora di una condizione gravissima, stavano male, rischiavano di morire, ma si salvavano più spesso di cinquant’anni prima. Molti, comunque, ancora non ce la facevano ugualmente. Solo con la vaccinazione i casi di difterite in Italia sono scesi a zero». Del resto basta guardare questo grafico, pubblicato su Science ad aprile 2017 e da allora molto citato, per notare come i casi di difterite siano effettivamente scesi di circa il 12 per cento nel 1946, anno precedente alla scoperta del vaccino, ma siano calati addirittura del 42 per cento nel 1948. Nel prosieguo dell’articolo si spiegano poi i casi della poliomelite e della meningite da Haemophilus influenzae di tipo b.

Restando sul tema delle vaccinazioni, un altro interessante articolo di Villa chiarisce un dubbio che spesso circola tra la popolazione, ossia: gli adulti si possono vaccinare? La risposta è sì. Forse in molti pensano il contrario perché molte delle malattie da cui ci si protegge con i vaccini possono essere più letali se contratte da bambini. Inoltre, una volta iniettate le dosi previste e fatti i necessari richiami, la copertura è permanente. La questione delle vaccinazioni tende quindi a risolversi nei primi anni di vita per questi motivi, ma non c’è nessuna ragione per cui anche un adulto, che per qualche motivo abbia saltato una o più vaccinazioni, non possa recuperarle.

Se si hanno dei dubbi in merito al fatto di aver contratto da bambini certe malattie, o di esserne stati vaccinati, il consiglio è di procedere comunque, visto che non ci sono pericoli: «Il fatto di avere avuto nel frattempo una o più di queste malattie non rappresenta una controindicazione: il vaccino andrà solo a risvegliare le difese già acquisite, come se si venisse a contatto con una persona contagiosa». Altre informazioni più specifiche le trovate nell’articolo di Roberta Villa. Nel frattempo, ricordatevi che non è mai troppo tardi per essere “adulti e vaccinati”.

(Foto di Lasteg Vadim su flickr)