Secondo l’ISTAT, nel 2023, 4,5 milioni di persone in Italia hanno rinunciato alle cure a causa dei tempi di attesa troppo lunghi e dei costi elevati di esami e visite. Ne scrive il Post.
In Italia sono in aumento le persone che rinunciano a curarsi, perché i tempi di attesa per esami e visite sono troppo lunghi oppure perché fare controlli costa troppo. La rinuncia alle cure è un fenomeno di cui medici ed esperti di sanità discutono da anni, soprattutto da dopo la pandemia di Covid, perché è un buon indicatore per valutare la qualità dei servizi sanitari e le conseguenze sulla salute generale della popolazione. Tuttavia da sempre il principale limite delle discussioni è la carenza di dati affidabili: una delle poche indagini complete e continuative su questo tema viene diffusa dall’ISTAT. L’indagine si chiama “Benessere equo e sostenibile” (BES) e consiste in sondaggi fatti tra una parte rappresentativa della popolazione. All’interno si trovano tra gli altri dati relativi al lavoro, all’istruzione, alla sicurezza e anche alla sanità.
I dati aggiornati al 2023 diffusi mercoledì dicono che in Italia 4,5 milioni di persone hanno rinunciato alle cure per problemi economici, per la lunghezza delle liste di attesa o per difficoltà di accesso alle strutture sanitarie, troppo lontane da casa. Si stima che siano 372mila in più rispetto al 2022. Si è passati dal 7 al 7,6 per cento della popolazione. Il 4,5 per cento della popolazione ha dichiarato di rinunciare alle cure pur avendone bisogno a causa delle lunghe liste di attesa, il 4,2 per cento per motivi economici. La rinuncia dovuta alla lunghezza delle liste di attesa è raddoppiata rispetto al 2019.
La quota di rinuncia alle cure cresce all’aumentare dell’età. Fino ai 13 anni è all’1,3 per cento, mentre il picco è nella fascia tra 55 e 59 anni (rinuncia l’11,1 per cento) e la quota rimane elevata tra le persone con più di 75 anni (9,8 per cento). L’ISTAT ha rilevato anche un divario di genere: la quota di rinuncia è al 9 per cento tra le donne e al 6,2 per cento tra gli uomini.
(Immagine da freepik generata da un’intelligenza artificiale)
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