Tra le varie “sorprese” di fine legislatura, assieme al testamento biologico e alla legge che stabilizza i docenti precari negli istituti musicali, è arrivata un’altra piccola novità, anche se più tecnica e meno clamorosa: la riforma del regolamento del Senato. Accolta con favore e senza troppo scendere nei dettagli dalle principali testate giornalistiche, siamo andati a vedere cosa se ne dice sul blog di OpenPolis, che da tempo si occupa di questi temi. Diciamo che il titolo dell’articolo non promette bene, visto che si presenta così: “Perché la riforma del Senato non funziona”.
La premessa è che, come segnaliamo da tempo anche su ZeroNegativo, in entrambi i rami del Parlamento ci sono almeno due problemi che minano la trasparenza dei meccanismi democratici: da un lato la scarsità di informazioni in merito alle attività delle commissioni, dall’altra l’eccessiva libertà con cui i nostri rappresentati possono decidere di formare nuovi gruppi a cui aderire (il che semplifica tra l’altro la presentazione di nuove liste per la partecipazione alle elezioni successive). Il punto, come più volte sottolineato, non è certo impedire che un deputato o senatore possa cambiare schieramento o fuoriuscire dal gruppo al quale si è iscritto inizialmente. Giunti però a 546 cambi di gruppo (messi in atto da 345 parlamentari) dall’inizio di questa legislatura, si può ben dire che ci sia stato un abuso di questa facoltà. Un conto è l’assenza di vincolo di mandato, che garantisce piena libertà al parlamentare di cambiare schieramento nel caso in cui le dinamiche politiche dovessero portarlo a non condividere più la linea del suo gruppo di provenienza; altro è innescare un via-vai continuo da un gruppo all’altro e la continua nascita e morte di gruppi la cui personalità non può che sfuggire al comune cittadino, estraneo alle proverbiali “questioni di Palazzo”.
Inquadrata la situazione, va detto che il regolamento cerca di intervenire in entrambe le questioni menzionate, senza però riuscire a trovare soluzioni davvero efficaci per arginare o risolvere i problemi. Per quanto riguarda le commissioni, nell’intento di rendere più snello l’iter legislativo, i disegni di legge saranno «di regola assegnati in sede deliberante o in sede redigente», recita il nuovo articolo 34 del regolamento. Questo renderà forse più rapido il percorso per arrivare dal testo iniziale al voto finale, ma il tutto a discapito della trasparenza. «Attualmente, come denunciamo da tempo con la campagna #ParlamentoCasadiVetro, le commissioni parlamentari sono luoghi oscuri e di quanto vi avviene trapela molto poco – scrive OpenPolis –. Per esempio né il resoconto integrale, né le votazioni elettroniche sono la norma nelle commissioni parlamentari. Questo vuol dire che dei disegni di legge approvati in sede deliberante in questa legislatura (qui un esempio) non è disponibile il voto finale. Abbiamo un semplice resoconto sommario, in cui ci viene comunicato che il testo è stato approvato».
Non meno controversa è la nuova disciplina in merito ai gruppi. Innanzitutto, non sarà più possibile formarne di nuovi (che non abbiano partecipato alle precedenti elezioni); per ogni lista con più candidati presentata alle votazioni, potrà essere creato un solo gruppo che li racchiuda tutti; sarà abolita la possibilità di formare gruppi con meno di 10 membri; cambiare gruppo implicherà di perdere l’eventuale ruolo alla presidenza o al vertice delle commissioni. Di fatto, a meno che non voglia entrare in uno degli altri gruppi formatisi subito dopo la tornata elettorale, il senatore della prossima legislatura potrà confluire solo nel gruppo Misto, le cui regole non sono cambiate, e che «si appresta a diventare una babele parlamentare. A differenza di quanto avviene alla Camera, le componenti del gruppo Misto del Senato non sono regolamentate, e non ci sono numeri minimi necessari per poterne crearne una. Nell’attuale gruppo Misto del Senato ci sono numerose componenti composte da un solo senatore: Movimento la Puglia in Più, Liguria Civica, Movimento X e altri. Nella prossima legislatura è prevedibile che questa dinamica esploda, e che ci sarà un proliferare di micro componenti all’interno del Misto. Il valzer parlamentare così si trasferirà nel gruppo Misto, dove i senatori cambieranno componente in completa libertà. I cambi di gruppo andrebbero regolamenti meglio, non disincentivati. L’intento dovrebbe essere quello di rendere più comprensibili fasi, processi e decisioni politiche, e non rintanare il fenomeno nel gruppo Misto».
In tutto ciò, alla Camera non si è riusciti a fare approvare una riforma simile, dunque il principio del bicameralismo perfetto si basa ora su aule i cui meccanismi sono a questo punto piuttosto diversi.
Con questo post ZeroNegativo sospende le pubblicazioni per la pausa invernale. Tanti auguri di buone feste e felice 2018 da parte della redazione e di Avis Legnano. Le notizie torneranno regolarmente a partire da lunedì 8 gennaio 2018.