Qualche giorno fa il nostro Cesare Raimondi si è espresso in un post in cui criticava l’istituto dei senatori a vita e faceva una proposta affinché le risorse che saranno investite per garantire loro l’indennità parlamentare finiscano in un fondo a supporto di progetti utili al Paese. Ovvio che in quella sede -lo specifichiamo consapevoli di essere ridondanti, visto che nell’articolo era ben chiaro- non si intendeva criticare le persone elette, che anzi rappresentano un orgoglio nazionale agli occhi del mondo, nel campo dell’arte, della scienza e dell’architettura. C’è invece chi, su altre testate, si è dato agli attacchi personali. Ci riferiamo al Giornale e all’articolo di Fabrizio De Feo, intitolato “Altro che super scienziata. La Cattaneo è solo 440ª”. Tale piazzamento non proprio eccezionale emergerebbe, nella ricostruzione del giornalista, dalla consultazione del sito Top Italian Scientists.

Si tratta di una conclusione falsa, per molti motivi. Innanzitutto, chiunque consultando il sito può vedere che la ricercatrice si trova al 64esimo posto. A 440 si è arrivati sommando tutti gli ex æquo che la precedono. Ma è un procedimento privo di senso. Se due arrivano primi a pari merito in una competizione ricevono entrambi la medaglia d’oro, e chi arriva subito dopo è secondo, non terzo. Da qui l’assurda conclusione di De Feo, che si è messo a contare (quanta pazienza!) tutte le righe che precedono il nome della Cattaneo. Inoltre, come fa notare Antonio Scalari su Valigia Blu, è lo stesso sito che ospita l’elenco a precisare che non si tratta di una classifica, quando scrive che: «[Il parametro h-index] ha dei limiti poiché in particolare, la frequenza di citazioni varia nei vari campi […]. La classifica che presentiamo non [corsivo mio] deve essere quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come “area” nella tabella».

Evitiamo di dilungarci oltre a commentare tale esempio di mancato svolgimento della funziona informativa. Il punto è che occorre distinguere, senza farsi prendere dalla foga accusatoria (fin troppo di moda ultimamente), tra i diversi aspetti della questione. Elena Cattaneo (il caso è significativo a livello generale sul modo di fare informazione in italia), per farla semplice, è: a) una ricercatrice che b) ha supportato la campagna elettorale di Pierluigi Bersani e che c) è stata nominata senatrice a vita. Il fatto di non essere d’accordo con b o c (o entrambe) non deve portare a criticare a. Il valore di uno scienziato non si misura dalla sua scelta di appoggiare questo o quel candidato. Semmai, mettere assieme a e b può rafforzare la legittima critica al presidente Giorgio Napolitano di aver dato vita alla condizione c. Perché, ribadiamo quanto già scritto da Raimondi, dati i risultati ottenuti in campo scientifico, riteniamo che la neo senatrice sia molto più utile al Paese, alla comunità scientifica e al benessere dell’umanità dentro a un laboratorio, piuttosto che nell’aula di palazzo Madama. E su questa opinione nessuno può contestare nulla, perché di opinione si tratta. Mettere in discussione il valore di una persona sulla base della sua (o della propria) opinione politica invece sì che è opinabile, perché si fanno passare per dati di fatto informazioni manipolate o male interpretate.