Un’illustrazione di Sergey Maidukov

di Federico Caruso

Oggi scrivo da direttore di questo blog e al contempo della rivista di illustrazione Nurant, di cui talvolta abbiamo parlato. Qui, su ZeroNegativo, cerchiamo sempre di stare attaccati all’attualità, mentre Nurant è il campo in cui trasfigurarla, dove si celebra l’immagine, che costituisce il contenuto principale del giornale. Gioco quindi eccezionalmente in un doppio ruolo perché in queste drammatiche ore da Kiev ci arrivano parole che meritano attenzione, e che possono contribuire a farci sentire un po’ meno lontane le foto di piazza Indipendenza piena di fumo nero. È capitato infatti che proprio sul prossimo numero di Nurant, il 16esimo, sia prevista la pubblicazione di alcuni lavori di un illustratore ucraino, Sergey Maidukov, che in una recente mail ci ha scritto di essere stato nella piazza principale di Kiev per alcune ore, e di aver contribuito a costruire una linea difensiva tra manifestanti e polizia. Comunque, denotando un forte senso del dovere, ci comunicava anche di aver finito in tempo i lavori da pubblicare nel prossimo numero, di cui potete vedere un’anteprima in questa pagina.

Gli abbiamo chiesto di inviarci qualche aggiornamento e considerazione su ciò che sta accadendo nella sua città. Anche se la situazione è difficile da comprendere per noi che ci affidiamo ai giornali (come sempre sul Post.it trovate articoli che spiegano la situazione in modo piuttosto chiaro), fa sempre bene sentire la voce di chi, senza averlo voluto o atteso, si trova nel mezzo di una protesta che sta assumendo sempre di più i toni di una guerra civile. Vi lasciamo leggere, qui di seguito, le parole di Sergey, al quale auguriamo (a lui come a tutti gli ucraini) di uscire da questo incubo il prima possibile:

Sergey Maidukov, Kiev
20 febbraio 2014

Nessuno poteva sapere ieri che si sarebbe messa così.
I manganelli e i gas lacrimogeni sembravano una terribile realtà.
Dopo quello che si è visto oggi, in confronto, i manganelli sembrano innocui.
Sono davvero dispiaciuto per le persone che stanno andando incontro alle pallottole per conquistare un altro edificio, obiettivo non necessario ora. I profili dei Kalashnikov spuntano dalle barricate. Capisco che siano il coraggio, l’audacia del momento e la libertà di coscienza di ognuno a muovere le persone. Ma questo tipo di combattenti sono anche i primi a uscire dalla lotta, senza avere concluso nulla.
Personalmente supporto le manifestazioni pacifiche. Arrivo a supportare anche le pietre contro i manganelli talvolta. Sono cose che succedono in tutti i Paesi.
Ma le armi no, è troppo. E si sta sparando da entrambi i fronti.
Non capisco come il presidente (Viktor Yanukovych, ndr) possa restare aggrappato al suo posto in maniera così stretta. Dovrebbe essere solo un lavoro!
Chiedo solo che questo brutto sogno finisca il prima possibile.