Circa un anno fa, alcuni membri del Comitato tecnico scientifico (Cts) si espressero a favore della dotazione di un saturimetro in ogni nucleo familiare, per prevenire l’insorgere di sintomi gravi da COVID-19. «I saturimetri sono straordinariamente utili», dichiarava il presidente del Consiglio superiore della sanità e membro del Cts, Franco Locatelli. «Ogni famiglia dovrebbe averne uno, come il termometro», spiegava Luca Richeldi, pneumologo e anch’egli membro del Cts. Cosa sappiamo in proposito, a un anno di distanza da queste dichiarazioni?

Cos’è e a cosa serve un saturimetro

Innanzitutto, bisogna spiegare che un saturimetro (o pulsossimetro) è un piccolo dispositivo in cui inserire un dito della mano che, attraverso una luce proiettata sul dito, è in grado di misurare i livelli di emoglobina, che indica la quantità di ossigeno nel sangue. La maggior parte delle persone sane hanno un livello di ossigeno che si aggira tra il 95 e il 99 per cento, che in certi casi può scendere a 94. Se il valore scende rapidamente al di sotto di questa soglia, bisogna rivolgersi immediatamente a un medico.

Di saturimetri si è parlato nelle prime fasi della pandemia, quando i medici si sono accorti che alcuni pazienti riscontravano quella che viene chiamata “ipossia silenziosa”, ossia una lenta discesa dei livelli di ossigeno nel sangue. Così lenta che il paziente non si rende conto che c’è qualcosa che non va, finché non è troppo tardi. A quel punto sarà già necessario un ricovero, spesso in terapia intensiva.

Possedere un saturimetro a casa permette di monitorare quotidianamente i livelli di ossigeno nel sangue, e quindi chiedere assistenza sanitaria quando si nota una tendenza decrescente dei valori, anche in assenza di sintomi.

Gli studi sull’efficacia

Una nuova ricerca condotta in Sud Africa mostra che in effetti questo accorgimento potrebbe salvare molte vite umane. Per lo studio, spiega Tara Parker-Pope sul New York Times, a oltre 8 mila pazienti con situazioni di salute ad alto rischio, e a cui era stato diagnosticato il COVID-19, è stato dato un saturimetro da tenere a casa, con l’ordine di monitorare i livelli di ossigeno nel sangue e contattare i medici in caso di diminuzione dei valori.

Il campione è stato monitorato da marzo a ottobre 2020, assieme ad altre 30 mila persone affette da COVID-19 che non avevano ricevuto un saturimetro. Alla fine del periodo, si è verificato che il rischio di morte tra i pazienti che avevano ricevuto un saturimetro era molto più basso rispetto agli altri. Inoltre, considerando solo il gruppo che faceva parte dello studio, il rischio di morte è stato più basso di circa la metà rispetto alle attese: gli studiosi avevano previsto circa 95 morti, se ne sono verificate 49. Vuol dire che avere un saturimetro potrebbe aver salvato 46 persone.

Possono sembrare relativamente poche, ma una percentuale di successo del 50 per cento è notevole in un esperimento del genere.

«È estremamente raro in medicina trovarsi di fronte a una differenza così grande, in particolare con una malattia così complicata», ha detto Richard Levitan, un medico d’emergenza che lavora nel New Hampshire. «Tutto questo è ancora più notevole se consideriamo che è avvenuto con gruppi di gestione dell’emergenza diversi, in diversi ospedali, mentre la pandemia era in corso. Una differenza di mortalità del 50 per cento è fenomenale. Non arriviamo quasi mai a rilevare un beneficio così grande».

Lo studio è stato realizzato quando non c’erano ancora i vaccini, quindi con una maggiore circolazione del virus e rischi molto alti soprattutto per le fasce di popolazione più fragili. Ma considerando che nemmeno i vaccini garantiscono il 100 per cento dell’immunità, e che certe persone con patologie particolari sono più esposte al rischio di malattie respiratorie, un saturimetro, se usato correttamente, può essere ancora un valido strumento di monitoraggio.

Si tratta di dispositivi relativamente economici: con 20-30 euro se ne acquistano di buona qualità. Nei mesi scorsi un’iniziativa promossa da 1.200 farmacie aveva contribuito a mettere a disposizione 30 mila saturimetri gratuiti. Non sappiamo se ce ne sono altre in programma, ma potrebbe essere una buona idea che lo Stato dia un incentivo economiche affinché le persone più a rischio possano averne uno.

(Foto di Syed Ali su Unsplash )

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