Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa in cui si denunciano nuove minacce (oltre a quelle di cui abbiamo già parlato) al futuro del servizio civile nazionale. Vogliamo mantenere alta l’attenzione verso una questione che ci sta particolarmente a cuore.

«La legge di Stabilità 2012, recentemente approvata, ha inflitto un colpo mortale al futuro delle nuove generazioni, al futuro di questo Paese» afferma Primo Di Blasio, presidente della Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile). Il sistema servizio civile nazionale è al collasso. Allo stato attuale nel 2012 non è possibile ipotizzare nessun nuovo bando progetti perché, di fatto, non ci sono fondi disponibili e le misure prese per l’avvio dei nuovi volontari, se salvano le compatibilità di cassa, scaricano sui giovani tempi abnormi di attesa e sulle organizzazioni ristrutturazioni di attività già programmate.

«Abbiamo chiesto per questo più volte al precedente governo di “Non tagliare il futuro dell’Italia”, ma il nostro appello è rimasto sempre inascoltato» ricorda Di Blasio. Sappiamo che non sarà semplice trovare risorse per ridare concretezza a questo istituto della Repubblica, particolarmente apprezzato dal presidente Giorgio Napolitano, ma non possiamo non domandare al nuovo governo di fare tutti gli sforzi possibili per garantirne la sostenibilità.

«Lo chiediamo anche perché oltre 250mila giovani e migliaia di organizzazioni, pubbliche e del privato sociale, possono testimoniare tutte le ricadute positive che questa esperienza ha, sia in termini di crescita educativa e di capitale sociale delle nuove generazioni, sia in termini di efficienza economica pubblica, considerato che per ogni euro investito dallo Stato, il servizio civile ne genera oltre tre in termini di puro risparmio economico per la spesa pubblica ed in benefici, servizi e ricchezza per la collettività» sostiene Fania Alemanno, rappresentante nazionale dei giovani in servizio civile.

Per garantire pertanto l’esistenza e la trasversalità di questo istituto, concordiamo con chi ha già richiesto che la responsabilità politica sul servizio civile e la collocazione funzionale dell’Ufficio nazionale del servizio civile (Unsc) resti alla Presidenza del Consiglio dei ministri. «Nello stesso tempo, per dare un segnale concreto di riduzione dei costi della politica e per garantire la sostenibilità dell’istituto, riteniamo possibile ottimizzare le risorse e fare delle economie sull’organizzazione e gestione dell’Unsc, a partire dalla suo organigramma. In particolar modo, crediamo si possa intervenire sull’attuale assetto dell’Ufficio, ridefinendo l’utilità e le funzioni del livello dirigenziale facendo ricorso a risorse interne alla Pubblica amministrazione» dichiara Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum nazionale per il servizio civile.