C’è tempo fino alle 14 del 4 novembre 2013 per presentare la domanda di partecipazione al bando del servizio civile nazionale pubblicato il 4 ottobre (proprio a ridosso della giornata internazionale per la nonviolenza). Anche in questa edizione è stato approvato il progetto presentato dall’Avis di Legnano, quindi è aperta la candidatura per coprire i tre posti disponibili nella sezione “Cristina Rossi” di via Girardi. Invitiamo tutti gli interessati a consultare la pagina dedicata sul sito dell’associazione, oltre ovviamente a tenere d’occhio il sito del Servizio civile nazionale (Scn) per aggiornamenti e novità.

Purtroppo da molto tempo ormai quando si parla di servizio civile, anche su questo blog, lo si fa in termini negativi, pessimistici, lamentando scarsità di tutela e promozione di questo istituto. I numeri ci restituiscono una realtà su cui c’è poco da stare allegri, in effetti. È già una buona notizia che il bando sia uscito (nel 2012 fu sospeso), ma alla nuova chiamata saranno avviati solo 15.466 volontari, il numero più basso dal 2005. Tra l’altro, per questioni burocratiche, sappiamo già che il prossimo probabilmente non vedrà la luce prima del 2015. Sul sito di Vita è pubblicata l’introduzione al IX Rapporto annuale di Asc-Arci servizio civile, scritta dal presidente dell’ente Licio Palazzini, in cui si prende atto che «con i drastici tagli alle dotazioni finanziarie, anno dopo anno, nel 2012 non c’è stato nessun bando per permettere ai giovani italiani di partecipare al Scn, i giovani selezionati nel 2011 sono stati costretti a iniziare la loro esperienza fra gennaio e ottobre 2012 con un meccanismo da esercito di leva (gli scaglioni), è rimasta al palo ogni riforma legislativa dell’istituto».

Ciò che sta affossando il servizio civile, oltre alle progressive erosioni dei fondi a disposizione, è l’incoerenza delle misure adottate dalla politica nei suoi confronti. Da una parte i tagli lineari adottati nell’ottica di austerity e spending review (nei fatti praticamente sinonimi). Dall’altra tentativi di mettere una pezza all’inattività politica di questi anni generando in realtà nuove procrastinazioni burocratiche. Per esempio, è stato riaperto per questo mese l’accreditamento degli enti, e da giugno 2014 questo sarà sempre aperto. Ciò vuol dire che se un ente dovrà aggiornare i propri dati potrà farlo in qualsiasi momento. Il che di per sé è un fatto positivo a livello gestionale, ma mettere in atto ora un’iniziativa di cui si parlava molto tempo fa (novembre 2012, riporta Palazzini) sta generando «un processo operativo che vedrà, in assenza di cambi di strategia, nuove partenze dei giovani nei primi mesi del 2015!».

Ci troviamo di fronte a un sistema debolissimo, «un meccanismo che -continua Palazzini-, pensato per un Scn di 80mila persone, oggi ne gestisce poco più di 15mila, indebolito alla fonte dal non risolto conflitto di visione dell’istituto fra lo Stato e le Regioni. La Cnesc già dal 2010 ha avanzato precise proposte per riorganizzare le funzioni fra Stato e Regioni e Pa. Queste, anche se in modo ufficioso, ne hanno avanzate altre ben diverse». A questi problemi si aggiunge la questione dell’apertura o meno del bando agli stranieri residenti in Italia, aperta alla fine dello scorso anno e poi chiusa da una sentenza che dichiarava illegittima la loro esclusione. Il nodo non è poi però stato sciolto da alcun intervento normativo, quindi anche il bando appena pubblicato risulta a rischio ricorso, il che avrebbe un’ulteriore conseguenza negativa su un possibile slittamento delle partenze. In sostanza, per come si presenta la situazione attuale, servono una o più norme volte a stabilizzare il Scn, e mettere in piedi un sistema che sia in grado di avviare almeno 40mila persone già dal prossimo bando, investendo di più e disegnando un modello gestionale snello e funzionale.