Il 2012 è stato un anno difficile per il servizio civile. Basta fare una ricerca tra gli articoli pubblicati da ZeroNegativo negli ultimi dodici mesi per rendersi conto di come esso abbia vissuto una condizione di continua messa in discussione. Di taglio dei fondi e poi di rifinanziamenti (con saldo puntualmente negativo), di promesse non mantenute. Il governo uscente ha messo in difficoltà questa risorsa (non diversamente dal precedente) in nome del rigore e dell’abbassamento della spesa. E si è arrivati a proposte mosse dall’esasperazione, come quella di Acli, che lo scorso aprile proponeva ai partiti politici di rinunciare alla tranche di luglio dei rimborsi elettorali (relativi al 2008) e destinare così 100 milioni di euro al servizio civile: «Le risorse per il servizio civile sono passate dai 296 milioni di euro del 2007 ai 68,8 milioni del 2012. Allora partivano più di 57mila ragazzi, quest’anno appena 10mila».

Ormai mancano pochi giorni alla tornata elettorale, ma ancora restiamo perplessi dalla mancanza di una visione chiara e strutturata sul welfare e sul volontariato espressa dalle varie parti in competizione. In tanti non hanno perso tempo a firmare appelli, su sollecitazione di associazioni ed enti che fanno della difesa del servizio civile la propria ragion d’essere. Ma tra il rispondere e il proporre c’è una bella differenza. Vale la pena riportare alcuni appelli all’importanza del servizio civile raccolti dal sito Unimondo.org. «L’educazione dei giovani alla cittadinanza attiva e realmente partecipe» è uno degli obiettivi principali del servizio civile secondo Pietro Barbieri, portavoce del Forum del terzo settore, che vede nella capacità della comunità di educare i propri membri la via per scongiurare, o superare, le crisi della democrazia elettiva come quella che stiamo vivendo. La visione del servizio civile come «laboratorio educativo» per i nuovi cittadini è proposta dal neoeletto presidente delle Acli Gianni Bottalico, che ne sottolinea l’importanza nella creazione di uno spirito di comunità più forte e in grado di accogliere. La difesa del servizio civile nazionale non è solo un’iniziativa educativa per i giovani, ma è anche uno strumento per confermare la linea pacifista e di impegno per il bene del Paese che la Repubblica ha cominciato con l’articolo 3 e continuato con l’istituzione dell’obiezione di coscienza, dal 2001 servizio civile. Questo è il pensiero di Primo di Blasio, della Conferenza nazionale enti servizio civile, associazione che dal 1988 raccoglie molti dei maggiori enti che si sono impegnati prima per l’attuabilità dell’obiezione di coscienza e poi per la promozione del servizio civile.

Del Cnesc fa parte anche la Caritas italiana, che ribadisce attraverso Diego Cipriani l’importanza del servizio civile come «strumento di giustizia e di pace, luogo di incontro e di testimonianza con i giovani». Infine vanno ricordate le 51 organizzazioni che hanno aderito alla campagna Sbilanciamoci!, tra le quali Caritas, Arci ed Emergency, che sostengono dal 1999 l’importanza del servizio civile nazionale come parte di un progetto di sviluppo della società, guidato da principi di solidarietà, eguaglianza, sostenibilità e pace. Il servizio civile rovescia «le priorità economiche e sociali, per rimettere al centro i diritti delle persone» (Grazia Niletto, collaboratrice di Sbilanciamoci!) ed educa i giovani alla volontà di migliorare se stessi, la società e l’ambiente entro il quale vivono. Esattamente ciò di cui il Paese ha bisogno.