Si è concluso il 17 ottobre, una settimana più tardi rispetto alla scadenza prevista inizialmente, l’arco di tempo disponibile per candidarsi al servizio civile universale 2019-2020. Complessivamente i progetti finanziati saranno 3.700 (tra cui, anche quest’anno, quello dell’Avis di Legnano) e saranno tutti coperti, visto che le domande sono state più del doppio dei posti disponibili. A fronte infatti di 39.646 posti (di cui 951 all’estero), le domande inviate sono state 85.552. Quest’ultimo dato spinge ad alcune riflessioni.

Le domande diminuiscono

Da un lato bisogna rilevare che, nonostante sia piuttosto alto, la tendenza rispetto agli anni precedenti è negativa: «Il dato delle candidature – spiega Redattore Sociale – è però il più basso degli ultimi 5 anni, e segnala ormai una tendenza alla dimunzione sul triennio, con le domande che sono passate dalle 118.576 del 2017, alle 110mila dello scorso anno e, appunto, alle circa 85 mila di oggi». Diversi fattori possono avere influito su questo risultato. Il più vistoso è forse la diversa modalità di presentazione delle domande, che quest’anno è avvenuta su una piattaforma online unica e non direttamente presso l’associazione o ente di interesse, come avveniva lo scorso anno. Secondo il Corriere un altro aspetto da considerare è l’incertezza del calendario: «L’assenza di una data certa, fissa, annuale, di pubblicazione del bando, probabilmente non aiuta chi non si tiene aggiornato con costanza». L’altro tema rispetto su cui riflettere è che i posti disponibili sono ancora decisamente pochi rispetto alle richieste. Se lo si chiama “universale”, allora bisogna fare in modo che nessuno sia escluso. Se più della metà delle persone che vorrebbero accedervi non può farlo perché non c’è posto, di “universale” c’è ben poco.

Novità e incertezze

Sono molte le novità in vista nei prossimi anni per il Servizio civile universale. Questo vuol dire nuove opportunità, ma anche difficoltà per enti e associazioni, che dovranno rivedere modalità e pratiche consolidate di progettazione: «Per gli enti cambierà così l’approccio alla presentazione dei progetti: d’ora in poi saranno inseriti all’interno di più ampi Programmi di intervento, riconducibili ai settori di impegno del Servizio civile universale ma anche agli obiettivi indicati nella Programmazione. Per quest’ultimi si tratta in particolare di 11 Obiettivi individuati tra i 17 previsti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile». Potenzialmente questo potrebbe voler dire meno progetti presentati l’anno prossimo, e quindi meno posti disponibili. Anche sul versante dei finanziamenti c’è grande incertezza: «Ad oggi nulla è stato detto in merito alle nuove risorse che lo Stato intende destinare allo sviluppo del servizio civile, in particolare per l’attuazione del Piano Triennale, dei programmi di intervento e dei progetti sui quali si giocherà l’efficacia dell’intera riforma e il rapporto di fiducia con i volontari», ha detto recentemente  Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale Servizio Civile.

(Foto di Clay Banks su Unsplash)