di Pierangelo Colavito
Proseguo questa serie di interventi a proposito della nostra associazione con un’ulteriore riflessione su ciò che auspico per la futura classe dirigente di Avis. In particolare, vorrei concentrarmi sull’importanza di abbracciare un approccio realmente intergenerazionale. Quell’avverbio in corsivo perché ci sono modi diversi, più o meno sostanziali, per farlo.
No alle aree protette
Certamente c’è un problema di ricambio generazionale, a tutti i livelli associativi, e bisogna prenderne atto. Ma credo che la soluzione non sia creare delle “aree protette” in cui i più giovani si possano dedicare a portare avanti percorsi in qualche modo paralleli alle reali priorità associative. Mi sembra un modo per tenerli impegnati, più che per farli realmente crescere. Si dà loro l’illusione di avere delle responsabilità, un’autonomia decisionale, quando in realtà si sta impedendo loro di fare esperienze significative nelle sedi che contano davvero. Ho l’impressione che la separazione che si continua a mantenere in alcune sezioni e nelle Avis di coordinamento tra giovani e non-giovani sia figlia di quella stessa cultura delle quote che criticavo nel primo dei miei interventi: dopo le quote rosa, le quote giovani. Ciò che scrivevo in merito alla diversità di genere, lo ribadisco dal punto di vista generazionale. Essere inclusivi non significa creare spazi che prima non c’erano, cui destinare coloro che si dice di volere includere: sarebbe un’operazione più simile alla ghettizzazione che all’inclusione. Né significa assegnare alle nuove categorie gli spazi che sono attualmente liberi perché nessuno è interessato a occuparli. Anche qui, significherebbe relegare i giovani (in questo caso, ma vale anche per le donne, per le persone con disabilità, ecc.) ai margini del processo. Per coinvolgerli davvero dobbiamo fare un passo in più, creando un ambiente dove ciascuno abbia la possibilità di partecipare, e sia invogliato a farlo. Dobbiamo permettere a chi lo voglia (e si dimostri all’altezza) di prendersi delle responsabilità vere, dirette nella gestione dell’associazione, invece di lasciare che queste persone si esercitino in attività che alla dirigenza di più lungo corso non interessano. Altrimenti, ancora una volta, stiamo replicando le peggiori dinamiche del mondo che ci circonda. Queste mie riflessioni non implicano un generico “giovanilismo”, che ha avuto un suo successo nella politica dell’ultimo decennio ma in ultima istanza non mi pare abbia comportato un miglioramento nella qualità delle proposte. Credo però che siamo tutti d’accordo nel dire che il futuro di una qualsiasi organizzazione, a maggior ragione se fondata sul volontariato, poggia anche sulle prospettive di lungo periodo garantite da un continuo ricambio generazionale. Solo così potremo avere un’associazione più reattiva ai cambiamenti della società, in grado di rispecchiarli e anticiparli, senza aspettare che riforme e decreti ci obblighino ad agire di conseguenza, in perenne ritardo sugli eventi.
Uniti da Nord a Sud
Da ultimo, vorrei ribadire quanto questo concetto sia in stretta connessione con quello di unitarietà. Se sapremo essere aperti al nostro interno (alla diversità, al nuovo, all’inclusione), potremo continuare ad alimentare quel circuito di scambio di relazioni, conoscenze ed esperienze che definisce la nostra storia e la nostra identità. Da Nord a Sud, isole comprese, Avis è e deve continuare a essere un sistema unitario, per quanto complesso e ricco di sfaccettature. La grande articolazione di cui si compone l’associazione non dev’essere un freno, bensì uno stimolo alla capacità di fare sintesi attorno alle persone migliori, alle idee più promettenti, alle pratiche più virtuose. Avis, nel corso dei decenni, è stata attraversata da persone molto diverse tra loro, con anime e sensibilità anche contrapposte. Eppure è sempre stata una, da Sondrio a Lampedusa.
Con questo articolo sospendiamo le pubblicazioni, che riprenderanno regolarmente a partire dal 7 gennaio. Avis Legnano vi augura buone feste e buon 2021!
(Foto di Xavi Cabrera su Unsplash)
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