Stiamo andando a rilento con le vaccinazioni, e l’attesa per poter allentare le misure di contenimento della pandemia sarà probabilmente ancora lunga. Ma alcuni dati mostrano che la vaccinazione di massa sta iniziando a dare dei risultati. Stavolta non lo diciamo guardando a Israele, al Regno Unito o agli Stati Uniti, bensì all’Italia.
Alcuni numeri li ha messi assieme Enrico Rettore su Lavoce.info, incrociando i dati sul monitoraggio quotidiano della Protezione civile: «A partire dai primi giorni di febbraio 2021 il rapporto tra il numero dei decessi Covid-19 e il numero di persone entrate in terapia intensiva è diminuito del 36 per cento. In altre parole, a parità di data del contagio, oggi abbiamo un numero di decessi per ingresso in terapia intensiva molto inferiore a quello che avevamo a gennaio. Con tutte le cautele del caso, c’è qualche buona ragione per pensare che siano i primi effetti della campagna vaccinale».
«La figura 1 – spiega Rettore – presenta il rapporto tra i decessi nel giorno t e gli ingressi in terapia intensiva nel giorno t-10. Considero il periodo che va dal 10 gennaio fino a oggi, escludendo il mese di dicembre, perché fino alla fine di quel mese non tutte le regioni hanno fornito l’informazione relativa agli ingressi in terapia intensiva. Nel corso di gennaio il rapporto ha oscillato tra 2,6 e 3,1. Vale a dire che tra coloro che hanno sviluppato il contagio in quel mese, per ogni persona entrata in terapia intensiva sono decedute mediamente poco meno di tre persone. […] A partire dai primi giorni di febbraio il rapporto decessi(t)/ingressi TI(t-10) è progressivamente diminuito in modo regolare. Per gli ultimi giorni disponibili il rapporto vale 1,8, il 36 per cento in meno del livello medio osservato a gennaio». Non proprio immediata come analisi, ma comunque interessante. Vi invitiamo a consultare l’articolo originale per approfondire.
Anche i numeri provenienti dalle RSA sembrano confermare una tendenza al miglioramento. Un primo report realizzato con il contributo del Ministero della salute ha infatti mostrato che sono diminuiti in maniera significativa i contagi sia tra gli operatori che tra gli ospiti delle residenze per anziani. Lo studio ha preso in considerazione un numero piuttosto alto di RSA, 833, distribuite in sette regioni, per un totale di oltre 30 mila posti letto. Come spiega il Post, «Dopo l’inizio della campagna vaccinale, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, l’incidenza settimanale tra gli ospiti delle RSA si è ridotta e ha raggiunto livelli sovrapponibili a quelli registrati nella prima settimana di ottobre: 0,6 per cento nelle strutture residenziali per anziani e 0,5 per cento in tutte le strutture residenziali nella settimana dall’8 al 14 marzo 2021. Al contrario, nello stesso periodo l’andamento dell’epidemia nella popolazione generale ha mostrato una netta crescita». Una tendenza molto simile si è registrata anche tra gli operatori.
Meno evidente è stato l’effetto sui decessi, sul quale però influiscono diversi fattori ed è soggetto a un’ampia variabilità. Per quanto non così marcata, comunque, è stata registrata una tendenza alla diminuzione. Come sempre, poi, c’è da considerare il tempo medio che passa tra la comparsa dei sintomi e, nei casi più gravi, il decesso, che mediamente è di circa due settimane. Sarà quindi interessante attendere i risultati di ulteriori report che ci auguriamo saranno pubblicati nel corso delle prossime settimane.
Noi ci siamo
Quando è nata Avis Legnano i film erano muti, l’Italia era una monarchia e avere una radio voleva dire essere all’avanguardia. Da allora il mondo è cambiato, ma noi ci siamo sempre.