Con tutto il cibo perfettamente commestibile che quotidianamente va sprecato da ristoranti, alberghi, supermercati, mense aziendali, si potrebbero sfamare migliaia di persone. Una considerazione che tutti, a un certo punto, ci siamo trovati a fare nella nostra vita, salvo poi aprire le braccia e assumere un’espressione grave, come a dire, c’est la vie. Qualcuno invece ha pensato di andare a fondo nella questione, e di indurre la politica a muoversi nella direzione di una trasformazione di quelli che sarebbero sprechi, per farne delle risorse.
È nata così, nel 2003, la cosiddetta Legge del buon samaritano (155/2003), su iniziativa di Cecilia Canepa e della Fondazione Banco alimentare onlus. Grazie a loro il Parlamento italiano, primo in Europa e secondo solo agli Stati Uniti, ha approvato a larga maggioranza la norma che «Disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari ai fini della solidarietà sociale», che consente a tutte le onlus che operano a fini di solidarietà sociale di recuperare gli alimenti rimasti invenduti nel circuito della ristorazione organizzata e donarli a enti caritativi.
Nei giorni scorsi il servizio Siticibo ha raggiunto la quota di un milione di porzioni di cibo distribuite a Milano. «Facendo un bilancio -spiega il sito di Banco alimentare-, la raccolta di Siticibo a Milano nel 2011 ha toccato una media di 936 porzioni giornaliere, 187mila in totale: quasi 98mila primi, oltre 67mila secondi, più di 19mila contorni e 2mila dessert. Cifre decuplicate rispetto al primo anno di attività, il 2004, quando il totale non raggiungeva le 19mila porzioni. E per quanto riguarda pane e frutta, l’anno scorso ne sono stati raccolti e distribuiti rispettivamente 50mila e 94mila chili, portando il totale recuperato dal 2004 a 412mila chili per il pane e 507mila per la frutta. Il controvalore complessivo del cibo raccolto e distribuito a Milano raggiunge la cifra di tre milioni e 600mila euro».
L’iniziativa non coinvolge solo il capoluogo lombardo, ma anche Como, cui di recente si è aggiunta Pavia e un comune del nostro territorio, Busto Arsizio (Varese), che ha raccolto pasti pronti in 26 plessi scolastici e in quattro mense aziendali, distribuendo complessivamente, a sedici strutture caritative, ben 16.819 porzioni, per un peso complessivo di 14.476 chili di cibo che hanno contribuito a sfamare 3.141 persone. Ultimo nato in questa catena di solidarietà è il Siticibo di Monza.
L’iniziativa è certamente di grande interesse e può rappresentare un importante strumento di assistenza. Ci piacerebbe quindi, nei prossimi mesi, leggere sui giornali di altri presidi nati in tutto il Paese, e non solo nella laboriosa Lombardia. E parliamo dei giornali “generalisti”, non solo quelli specializzati in terzo settore e volontariato. Non si tratta certo di notizie tecniche, bensì di fatti che provano che a un livello intermedio tra il singolo cittadino e la politica c’è un fermento e una capacità organizzativa che permettono di realizzare, nel corso di anni, operazioni come questa.