Il prurito che provoca la puntura delle zanzare è solo uno dei problemi causati da questo fastidioso insetto, e non certo il più importante. Secondo quanto riportato dal Guardian, si tratta dell’animale più letale al mondo, responsabile di 725 mila morti all’anno. Ciò che lo rende così pericoloso è il suo essere vettore di gravi malattie, tra cui la malaria.
Ultimamente sono stati sviluppati nuovi repellenti che sembrano piuttosto promettenti. All’inizio di questo mese, spiega ancora il Guardian, i ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme hanno sviluppato un nuovo repellente in grado di ridurre dell’80% la probabilità di essere punti. L’applicazione sulla pelle di un sottile rivestimento a base di nanocristalli di cellulosa, una materia prima presente in cotone e legno, e di indolo, un composto organico dall’odore sgradevole, funge da “mimetizzazione chimica”, spiega lo studio pubblicato su PNAS Nexus. I risultati sono considerati così promettenti che sono previsti ulteriori studi sull’uomo, con l’obiettivo di fare approvare il prodotto dalle autorità e poi procedere alla commercializzazione.
Le zanzare sono attratte dagli esseri umani dai composti volatili che emettiamo respirando. Ma sono quelli che rilasciamo attraverso la pelle a fare da segnale per la loro alimentazione: sostanze chimiche che produciamo naturalmente, come l’acido lattico e l’ammoniaca. Più acido lattico produce il nostro corpo, spiega il Guardian, più risulteremo appetibili per le zanzare. Dati i limiti nel modificare la nostra fisiologia, i repellenti sono, per ora, l’unica difesa che abbiamo.
All’inizio di quest’anno, un gruppo di scienziati italiani ha sviluppato un repellente che, testato contro la zanzara tigre, Aedes albopictus, è risultato in grado di proteggere il 95% delle persone per otto ore, ed è una miscela meno tossica e odorosa di quelle attualmente disponibili. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.
Il prossimo obiettivo del team è verificare se il repellente è in grado di allontanare anche altri parassiti. Quelli attualmente nel mirino sono le zecche e l’Anopheles gambiae, la specie di zanzara responsabile della diffusione della malaria.
Secondo l’OMS, i repellenti possono in realtà fare ben poco per combattere la malaria: le zanzariere trattate con insetticidi e l’irrorazione residua interna sono considerate le opzioni più efficaci per il controllo della malattia. Causati in parte dalla crisi climatica (le temperature più calde e umide sono ottimali per gli insetti) e dalla globalizzazione, che ha aumentato la capacità delle specie virali di attraversare le frontiere, i casi di malattie trasmesse dalle zanzare come la malaria e la febbre dengue sono in forte aumento in tutto il mondo, una tendenza che secondo l’OMS è destinata a peggiorare.
C’è più ottimismo, forse, per i vacanzieri desiderosi di una pausa senza prurito. Ma sono necessari ulteriori test, approvazioni e accordi commerciali prima che le ultime ricerche diventino realtà.
(Foto di Angela Handfest su Unsplash)
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