Le città di oggi sono in continua contraddizione tra la tendenza a espandersi, aumentando il consumo di suolo, e il tentativo di non dimenticare in questo processo l’attenzione verso le aree verdi. Un gruppo di ricercatori ha confrontato i risultati di nove ricerche scientifiche che provavano a individuare una correlazione tra la presenza di aree verdi e i livelli complessivi di salute e mortalità dei cittadini. La conclusione a cui sono giunti, si legge su The Lancet Planetary Health, è che la correlazione esiste, anche se è difficile stabilire quali siano le cause, visto che si tratta di un fenomeno molto complesso.

La metodologia

Ci si potrebbe chiedere come mai confrontare solo nove studi. Nella letteratura sono state prodotte infatti migliaia di ricerche sull’argomento, ed effettivamente il campione iniziale da cui sono partiti i ricercatori era di oltre 9mila studi. Lo screening successivo ha però portato a escluderne la quasi totalità, perché non erano presenti le misurazioni a cui puntava il team di ricerca. Dopo una prima selezione ne sono rimasti 77, di cui 68 sono stati poi esclusi per diversi motivi, per esempio perché non erano riferiti a uno stesso campione di popolazione seguito per un lungo periodo di tempo, o perché non riportavano i dati sulla mortalità. Alla fine ne sono rimasti nove (di cui uno italiano), i cui risultati sono stati combinati per produrre un’analisi sistematica che rappresenta una novità in questo settore, coinvolgendo circa 8 milioni di persone, seguite per un intervallo di tempo che va dai 4 ai 22 anni.

I risultati

Come si diceva, le cause che portano a questa correlazione sono complesse. I ricercatori hanno fatto alcune ipotesi, ognuna delle quali contiene probabilmente una parte della risposta. Si ipotizza che la presenza di aree verdi aumenti la propensione delle persone a fare attività fisica all’aperto. È anche possibile che queste siano più portate a muoversi con mezzi di trasporto non inquinanti, per esempio a piedi o in bicicletta. La presenza di alberi ha un impatto sulla qualità dell’aria, data la loro capacità di assorbire anidride carbonica. Inoltre la presenza di vegetazione riduce lo stress e crea un senso di relax negli abitanti, il che è certamente positivo per il loro benessere psicofisico. Sembra poi che quest’ultimo fattore abbia una ricaduta positiva anche sul sistema immunitario, contribuendo a renderlo più efficiente. Come abbiamo imparato nel corso delle ultime estati, il verde pubblico diminuisce anche l’effetto delle “isole di calore”, che in estate fanno aumentare pesantemente le temperature rendendo talvolta le città invivibili. I ricercatori invitano quindi i responsabili delle politiche pubbliche a considerare questi dati, per favorire la salute della popolazione. Certo c’è da stare attenti all’altra faccia della medaglia: aree cittadine più curate e più verdi fanno aumentare il valore delle abitazioni, contribuendo talvolta alla “gentrificazione” dei quartieri, dai quali gli abitanti storici si trovano costretti a fuggire a causa dell’aumento degli affitti e del costo della vita in generale. «Per questo – ha commentato David Rojas-Rueda, corresponding author dello studio – raccomandiamo che qualsiasi riforma urbanistica che includa l’aumento del verde urbano sia accompagnata da politiche di edilizia sociale, regolamentazione dei prezzi degli alloggi e trasparenza per evitare aumenti ingiustificati».

(Foto di Fabrizio su flickr)