Ancora una volta la cronaca ci dà la possibilità di spiegare a tanti nostri lettori il perché di questo blog, e il perché della nostra linea editoriale ad ampio spettro sull’attualità, piuttosto che confinata nel chiuso delle notizie di settore. Tra gli scettici, purtroppo, alcuni dirigenti Avis, che ci accusano di “fare politica”. A circa un anno e mezzo dal nostro primo post, la spending review rischia di travolgere tutto il mondo del terzo settore, e l’Avis non fa eccezione.

Di seguito il comunicato stampa del Forum del terzo settore, che annuncia il suo ritiro da tutti i luoghi di partecipazione istituzionale. L’Avis di Legnano sostiene da tempo, e cogliamo l’occasione per ribadirlo, che solo facendo rete si condiziona la politica. Perché il peso della nostra sola voce, per quanto rispettata, non sarà mai paragonabile a quello che potrebbe avere l’intero mondo Avis unito in azioni concrete mirate a “tirare per la giacchetta” chi governa. C’è chi dice che l’Avis deve occuparsi solo di raccolta sangue. Bene, e se tra non molto non fosse più possibile?

Roma 24 luglio 2012 – Il Forum del Terzo Settore, che ha partecipato ieri al “Tavolo permanente fra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed il Terzo Settore”, ha annunciato al sottosegretario Guerra che diserterà la VI Conferenza Nazionale del Volontariato in programma a ottobre a l’Aquila, promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con l’Osservatorio nazionale per il volontariato, e con essa tutti i tavoli di confronto e concertazione istituzionali, se il Governo non modificherà il decreto sulla spending rewiew. Questa la decisione assunta dal Coordinamento nazionale del Forum del terzo settore, recentemente riunitosi.

«Prendiamo drammaticamente atto che la spending review viene usata a pretesto per ridurre gli spazi di democrazia e i momenti di confronto tra società civile e istituzioni e che le decisioni del Governo sembrano andare nella direzione di interrompere di fatto i rapporti con il terzo settore. Davanti a uno scenario del genere non possiamo che esprimere profonda preoccupazione e la nostra ferma protesta. Chiediamo al Governo di tornare indietro rispetto alla decisione di chiudere gli osservatori e gli altri istituti di partecipazione e di rivedere l’articolo 4 della spending review che, nell’attuale formulazione, impedisce la realizzazione di importanti servizi sociali per la comunità.

Se questo non accadrà, saremo costretti a disertare la Conferenza nazionale del volontariato e tutti i tavoli di confronto istituzionale promossi dal Governo. Siamo coscienti di muoverci su una linea che non ci è propria e che non avremmo voluto intraprendere, ma ci troviamo costretti a dare segnali forti a questo Governo, che sta adottando scelte che vanno a ledere importanti diritti costituzionali, come quello della partecipazione, che sono il presupposto di eventi come la Conferenza del volontariato. Gli osservatori non sono un fastidioso orpello, non costano nulla, sono invece dei luoghi istituzionali che garantiscono confronto e partecipazione, e quindi spazi di democrazia nel nostro Paese. Chiuderli è una decisione sbagliata che mette a repentaglio i valori alla base del nostro mondo, proprio in questo momento critico in cui, più che mai, il nostro Paese ha bisogno di rafforzare il proprio capitale di fiducia e di coesione sociale, precondizioni di qualsiasi sviluppo».