L’avevamo messa nella nostra lista dei desideri rivolti alla Befana, ma purtroppo figura ancora tra quelli disattesi. La stabilizzazione del 5 per mille è una questione tanto vitale per il terzo settore quanto costantemente messa in secondo piano dalla politica. Puntualmente ogni nuovo ministro competente per la materia (quello del Lavoro e delle politiche sociali o per la Cooperazione), fresco di nomina, esprime il suo impegno in favore di una legge che possa finalmente uniformare l’applicazione di un istituto diventato ormai fondamentale per molte realtà associative, ma anche per enti culturali e della ricerca. Ma poi non se ne fa nulla. Carlo Mazzini, nel suo blog Quinonprofit, ha pubblicato domenica un post in cui riprende la questione, identificando quello che resta il problema principale per arrivare a una regolamentazione chiara e coerente del 5 per mille: troppe regole diverse e in contraddizione tra loro in merito a requisiti, procedure, scadenze, rendicontazione. Ecco l’articolo.
In questi giorni di apertura delle danze del 5 per mille 2013, ciò che salta agli occhi è la disparità di regole per iscriversi.
Siete iscritti alla ricerca sanitaria? Fortunelli! Una volta iscritti, lo siete per sempre. Siete iscritti alla sezione cultura? Ve la fanno lunga almeno sei mesi prima di sapere se siete iscritti. In molte iscrizioni -ma non in tutte- c’è una procedura telematica la cui comodità è resa vana dall’obbligo di inviare in un secondo tempo -pena l’esclusione dal riparto- di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, invio da effettuare con raccomandata.
Anche le scadenze d’iscrizione sono diverse.
Le regole della rendicontazione differiscono notevolmente. Esiste l’obbligo di legge di rendicontare ad un anno dal ricevimento delle somme, ma ogni ministero ha “normato” per il proprio specifico prassi difformi da quelle degli altri.
Capiamoci. Comprendo con sgomento che in Italia ci stiamo avviando verso un “federalismo da condominio”. Ogni isolato ha regole proprie, anche se la norma principale è unica.
Ma se stiamo ragionando sulla stabilizzazione del 5 per mille è perché vogliamo sottrarci dall’invadenza dei singoli dicasteri -quando non dei dipartimenti- che sembrano far di tutto per complicarci la vita al fine di pararsi… Come si dice? Avete capito.
Quindi, qualsiasi sarà la legge di stabilizzazione del 5 per mille non potrà non considerare questo fatto: scadenze, modalità di iscrizione e prassi devono essere per tutti i settori (escluse le attività sociali dei Comuni, ovvio) uguali.