L’Istat ha da poco pubblicato il suo report sulle competenze professionali nel mercato del lavoro italiano. Rispetto alle competenze digitali, la prima cosa che si fa notare è che l’Italia si posiziona più indietro rispetto alla media europea.
“Il 37,1% degli occupati – si legge nel report – svolge attività che richiedono l’utilizzo di apparecchiature digitali per almeno la metà del tempo di lavoro (nella media dei paesi Ue la percentuale è del 41,2%), mentre il 32,9% non utilizza mai tali apparecchiature (27,5 in media europea)”.
L’indagine ha coinvolto persone tra i 16 e i 74 anni, occupate o non occupate da meno di due anni, per rilevare il tempo dedicato a varie attività lavorative. Accanto alle abilità cognitive e relazionali, le competenze digitali sono centrali in molti settori professionali. Le competenze digitali includono l’uso del computer, la navigazione sul web, l’uso di software e la scrittura di codice.
È interessante la lettura del report da parte di InGenere, che appunto adotta una prospettiva di genere sulle tante questioni affrontate. Ne emerge che le donne italiane sul lavoro utilizzano strumenti digitali molto più dei loro colleghi uomini, emergendo come protagoniste della transizione digitale. Tuttavia, risultano svantaggiate nelle professioni STEM (che sta per scienze, tecnologia, ingegneria, matematica), dove le competenze tecnologiche avanzate sono ancora dominate dagli uomini.
Le donne superano gli uomini nelle competenze digitali di base: il 42,1% delle donne usa strumenti digitali per metà del tempo lavorativo contro il 33,4% degli uomini. La percentuale sale all’80,9% tra gli impiegati, all’88,5% tra le donne impiegate e all’89,1% tra i laureati. Anche nelle professioni legislative, imprenditoriali e dirigenziali, il 60% delle donne utilizza quotidianamente strumenti digitali, percentuale che sale al 77,6% tra i laureati.
Tuttavia, la situazione cambia nelle posizioni intellettuali e scientifiche, dove il 74,2% degli uomini utilizza strumenti digitali, percentuale che sfiora il 90% tra specialisti in scienze, matematica, informatica, ingegneria e architettura. Questi settori, cruciali per il futuro, vedono ancora una scarsa presenza femminile.
Un significativo divario di genere emerge anche nell’assenza di competenze di calcolo, che riguarda maggiormente le donne in professioni non qualificate, spiega InGenere.
Il quadro delineato dall’Istat indica che, oltre a migliorare le competenze digitali in Italia, è necessario incentivare le ragazze di oggi a sviluppare queste competenze per essere protagoniste del futuro.
(Foto di Christina @ wocintechchat.com su Unsplash)
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