Semplicemente impressionante l’iniziativa messa in atto da Terre des Hommes Olanda per stanare il turismo sessuale online e promuovere provvedimenti seri per perseguire gli adescatori. Gli operatori dell’associazione hanno creato un’utente virtuale, la piccola Sweetie, 10 anni, dalle Filippine, e hanno iniziato a farle frequentare le principali chat pubbliche del web. Non stiamo parlando solo di un account fasullo, bensì di un modello tridimensionale dall’aspetto infantile assolutamente realistico e in grado di interagire, parlare e muoversi con gli altri utenti, manovrato però dai ricercatori olandesi. Guardando il video che presenta i risultati dell’esperimento, è incredibile vedere il numero di messaggi privati che riceve la piccola Sweetie non appena si connette a qualsiasi chat identificandosi come una bambina di un Paese in via di sviluppo: decine di finestre con messaggi tipo «Ciao piccolina, ti va di parlare?» oppure «Sei molto carina, hai una webcam?» invadono immediatamente lo schermo, fino a rendere quasi ingestibile il computer. Il fine di tutte queste innocenti domande è uno solo: indurre la ragazzina a spogliarsi davanti alla telecamera, magari simulare a distanza un atto -talvolta una violenza- sessuale. Coperti dall’anonimato, dall’illusione di non essere in alcun modo identificabili e tracciabili, i tanti pedofili che si aggirano online soddisfano le proprie fantasie sfruttando bambini con difficoltà economiche (in cambio delle “prestazioni” si offrono di solito pagamenti con carte di credito anonime acquistabili facilmente), poi spengono il computer e vanno al lavoro, o tornano dalla propria famiglia.

In due mesi sono stati tracciati oltre mille pedofili, i cui dati sono stati consegnati da Terre des Hommes alle autorità competenti affinché rispondano dei loro atti, anche se è molto difficile far pagare i colpevoli. Si stima che a livello mondiale ci siano circa 750mila pedofili connessi in media, ma solo sei di questi sono stati in qualche modo puniti. «Non è un problema di mancanza di leggi», afferma Hans Guyt, responsabile della campagna di Terre des Hommes Olanda. «Le Nazioni Unite hanno stilato delle norme che rendono illegale questo tipo di violenza sui bambini quasi in ogni parte del mondo. Ma il problema maggiore è che la polizia non intraprende delle azioni finché le vittime non sporgono denuncia. Ma, com’è ovvio, i bambini non riescono quasi mai a denunciare questo tipo di crimini, perché di solito provengono da famiglie molto povere e vengono costretti dagli adulti a prostituirsi online. A volte dovrebbero testimoniare contro la loro stessa famiglia, cosa quasi impossibile per un bambino».

Immaginate quale idea degli adulti e dei rapporti interpersonali possono farsi dei bambini che da una parte si ritrovano i genitori che impongono loro di “vendersi”, mentre dall’altra sono contattati da sconosciuti che chiedono di entrare nella loro intimità in cambio di denaro. E infatti «I bambini coinvolti soffrono di mancanza d’autostima e depressione, mostrano sintomi di stress post-traumatico. Spesso sentono vergogna e hanno sensi di colpa per ciò che fanno; hanno comportamenti autodistruttivi, usano droghe e/o alcool per rilassarsi e trovare una via di fuga dai loro problemi». Il passo successivo alla ricerca e alla denuncia del fenomeno è il lancio di un appello per fare in modo che la normativa in vigore sia modificata in favore di una maggiore libertà per le forze dell’ordine di far partire indagini su propria iniziativa, senza attendere la denuncia del minore. Per firmare la petizione e sensibilizzare così le autorità è sufficiente collegarsi a questa pagina e inserire i propri dati. Se un’associazione da sola è riuscita a stanare mille pedofili in due mesi, chiediamoci cosa potrebbero fare i servizi segreti di tutto il mondo collaborando, investendo in una causa importante, invece di perdere tempo a spiare reciprocamente i cellulari di presidenti e capi di governo.