Finalmente una mezza buona notizia su una questione che ci interessa e ci preoccupa da ormai molti mesi: le tariffe postali agevolate per il non profit. Per il terzo settore sarà possibile (si attende a breve un atto governativo in merito) usufruire degli sconti desinati alle aziende profit. Se la guerra non è vinta, almeno lo è la battaglia. Quale sia il problema l’abbiamo raccontato a più riprese, ci siamo tornati sopra appena un mese fa, alla vigilia di un incontro tra rappresentanti dell’editoria e del terzo settore. A quell’appuntamento ne sono seguiti altri, che hanno portato il Governo a impegnarsi a concedere anche al mondo del volontariato le tariffe agevolate «previste dal decreto ministeriale 22 ottobre 2010 (quelle applicate all’editoria profit) anche al mondo del non profit, che dal primo aprile 2010 paga la tariffa piena», si legge in una nota inviata alle associazioni dal Forum del terzo settore, tra gli attori di questa vicenda. «Si tratta di un primo passo -prosegue la nota, firmata dal portavoce del Forum Andrea Olivero-. Per provare a definire apposite e maggiormente vantaggiose tariffe rivolte al non profit -così da riconoscerne la funzione sociale- occorre tempo, oltre che disponibilità delle parti: su questo punto da tutti è stata dichiarata la disponibilità a continuare il lavoro del tavolo». Pare inoltre, si legge su Vita.it, che Poste Italiane abbia deciso di prorogare fino al 31 dicembre la tariffa “Posta target day sperimentale”.
Non c’è da esultare, sia chiaro. Dopo 13 mesi in cui è stata sospesa ogni forma di riconoscimento dell’utilità sociale delle attività di comunicazione del non profit, si arriva per lo meno a corrispondergli gli stessi diritti concessi ai maggiori gruppi editoriali italiani. Rispetto alla situazione attuale è un passo avanti, certo, ma come chiudere gli occhi di fronte all’enorme balzo indietro compiuto col decreto interministeriale del 30 marzo 2010, che ha cancellato il fondo di 30 milioni destinato a finanziare questa voce di spesa? Quando si sta facendo di tutto, lo ricordiamo, per mantenere il Fondo per l’editoria ai livelli del 2010 anche nel 2012. Anche da quelle parti ci sono tagli in vista per il futuro, ma per il momento gli editori possono dormire sonni tranquilli. Non appena entrerà in vigore il nuovo regime, la situazione cambierà in questo modo, «le pubblicazioni del Terzo settore potranno godere delle più convenienti condizioni di cui godono gli editori (ovviamente a seconda delle caratteristiche: peso, omologazione, destinazione), a patto però che siano iscritte al Registro operatori della comunicazione (Roc) […] In particolare la spedizione dei mailing per la raccolta fondi sarà soggetta alla tariffa delle campagne abbonamento editori (e cioè 0,1136 euro), purché con quantità superiori a 20mila buste (0,142 se superiori a 10mila, 0,1699 se superiori a 2mila)». Insomma, se proprio non c’erano altre soluzioni da prendere in tempi brevi e con effetto immediato, vada per questa. Ciò che continua a mancare è una chiara idea del ruolo che questa classe politica accorda al volontariato nella società. Restiamo con gli occhi puntati sui successivi sviluppi della questione, tutt’altro che chiusa, e ci aspettiamo che il lavoro iniziato ai tavoli di dibattito prosegua senza indugi.