Si scrive Tchoukball, si legge ciukbol, ed è lo sport che rivoluziona le categorie che finora hanno caratterizzato i giochi di squadra. Niente contatto fisico, nessuna separazione tra maschi e femmine, e massima attenzione al bel gioco, più che al prestigio del singolo. L’idea è venuta a Hermann Brandt, biologo svizzero e importante studioso della storia sportiva del suo Paese, che nel presentare lo sport di sua invenzione, il Tchoukball, nel 1971 scriveva: «L’obiettivo delle attività fisiche umane non è di costruire campioni, ma piuttosto di contribuire alla costruzione di una società migliore». Gettato il seme, da allora questo sport è cresciuto molto, tanto che si giocano campionati in ogni parte del mondo, e addirittura dalla fine degli anni ’70 il governo di Taiwan l’ha proclamato sport ufficiale delle scuole per la sua valenza educativa.
Dal 2001 il Tchoukball è sbarcato anche in Italia, grazie a un’insegnante di educazione fisica di Saronno, Chiara Volonté. E anche nel nostro Paese l’interesse verso questo sport è cresciuto costantemente, fino ad arrivare ad avere un campionato di Serie A composto da 10 squadre e uno di Serie B con 21 squadre diviso per regioni. Da tre anni a questa parte, a Rescaldina, il Tchoukball si insegna nelle scuole, proprio grazie a un ragazzo che è stato alunno della Volonté, Emanuele Tramacere. Da sei anni giocatore tra le file della “Saronno Castor”, che per quattro stagioni di fila ha vinto il campionato di Serie A, salvo cedere lo scettro ai “Ferrara Allnuts” quest’anno, Tramacere si occupa di diffondere questo sport, e il suo potenziale educativo, nelle scuole primarie di Rescaldina. «Col tempo il nostro intervento si è strutturato -spiega-, anche perché da subito abbiamo riscontrato grande entusiasmo da parte dei bambini. Tanto che ne è nata un’associazione, Rescaldina Tchoukball, che ha dato vita a una vera e propria squadra iscritta al campionato under 14».
Per avere un’idea di come si svolga una partita di Tchoukball, la cosa migliore è andare sul sito della Federazione nazionale, dov’è riportato il regolamento, ci sono video, foto, ma soprattutto una carta che riassume i principi su cui poggia questo sport. Tra i vari punti, si legge: «Il dono di sé significa partecipazione collettiva agli avvenimenti in campo». Praticamente un’applicazione al mondo dello sport di ciò che è il dono del sangue. Un’affinità che Avis Legnano ha colto, e che l’ha portata a decidere di sponsorizzare la squadra di Rescaldina, sulle cui casacche fa mostra di sé il logo dell’associazione. E lasciatecelo dire, con tutto il brutto spettacolo che spesso regala il calcio, siamo felici di legare il nostro nome a uno sport in cui chi contesta le decisioni dell’arbitro commette in via automatica un fallo.