La necessità di limitare in qualche misura il tempo passato davanti allo smartphone è un aspetto di cui si discute sempre più spesso. Le preoccupazioni dei genitori si concentrano sulla difficoltà dei figli di controllare il proprio livello di “dipendenza” dal telefono, oggi un mezzo fondamentale nella gestione della socialità. Ma neanche i genitori sono immuni dal problema, e hanno anch’essi esperienza di quanto sia complicato talvolta darsi un limite rispetto al tempo passato davanti agli schermi del loro telefono. A dirlo è una ricerca pubblicata qualche giorno fa sul sito del Pew Research Center, un think tank statunitense che si occupa di realizzare studi su problemi sociali, opinione pubblica e demografia.
Per inquadrare il problema, partiamo da alcuni dati presi da un altro studio, del 2016, che dice che mediamente una persona tocca il proprio cellulare 2.617 volte al giorno, per un totale di 145 minuti di utilizzo nel corso di 76 sessioni. Questa la media, ma c’è chi arriva a picchi molto più alti. Uno heavy user può arrivare a toccare il proprio telefono anche 5.427 volte, usandolo per 225 minuti nel corso di 132 sessioni.
Gli stessi produttori di telefoni hanno preso coscienza del problema e si stanno inventando dei modi per farci passare meno tempo con i loro prodotti. Può sembrare paradossale, ma in effetti a loro conviene che un utente sia un felice utilizzatore dei loro apparecchi, fermandosi prima di diventarne ossessionato. Per capirci, chi vende alcolici si augura sempre che beviamo “responsabilmente”, non che diventiamo alcolizzati. Alcuni produttori sono arrivati a proporre smartphone con pochissime funzioni, in modo da rimanere raggiungibili senza rischiare distrazioni (e senza rinunciare al design).
Lo studio del Pew Research Center ha coinvolto 743 teenager statunitensi (di età compresa tra i 13 e i 17 anni) e 1.058 genitori di teenager. Poco più della metà dei ragazzi intervistati (52 per cento) ammette di passare troppo tempo davanti al cellulare. Per i genitori la percentuale scende al 36 per cento. L’abitudine di controllare le notifiche sul telefono appena svegli è la regola per il 44 per cento dei teenager (il 28 per cento lo fa “qualche volta”) e per il 26 per cento dei genitori (“qualche volta” il 32 per cento). Un dato su cui le percentuali si invertono è quello sulla percezione di quanto spesso si perde la concentrazione a scuola o al lavoro a causa dello smartphone. Per l’8 per cento dei giovani accade spesso e per il 23 per cento qualche volta. Per i genitori le percentuali salgono rispettivamente al 15 e al 24 per cento. Teniamo presente che si tratta di auto-valutazioni, e sappiamo tutti quanto sia difficile essere obiettivi sui propri limiti. I dati sono interessanti perché ci fanno capire a che punto è l’auto-percezione del problema, non ci forniscono informazioni sul problema in sé.
Altri dati interessanti sono quelli legati alle sensazioni che lo smarrimento del telefono suscita nei teenager statunitensi: ansia (42 per cento), solitudine (25 per cento), turbamento (24 per cento). Ma anche sentimenti opposti come sollievo (17 per cento) e felicità (17 per cento).
(Foto di Boudewijn Huysmans su Unsplash)