La terra trema ancora in Emilia, e non c’è tempo da perdere per occuparsi della ricostruzione delle zone colpite dal sisma. Su Vita del 25 maggio si parla di un’interessante esperienza di microcredito che ha dato buoni risultati nel caso dell’Abruzzo, e che ora si sta cercando di esportare in altri contesti, tra cui l’Emilia. Il progetto si chiama “Microcredito per l’Abruzzo”, ed è stato messo in campo da Etimos Foundation, onlus specializzata da circa vent’anni in formazione, interventi post emergenza e microcredito. Due le direttrici che guidano l’attività dell’associazione: recuperare le esperienze positive già esistenti sul territorio e collaborare col sistema bancario per evitare speculazioni. Nel caso dell’Abruzzo i soggetti sono stati l’Abi (Associazione bancaria italiana), la Federazione delle Banche di credito cooperativo di Abruzzo e Molise e altri istituti di credito.

La vera novità «è l’approccio -ha spiegato Marco Santori, presidente della fondazione-. Il tutoraggio e il sistema di collegamento tra il cittadino e la banca». In questo caso infatti, tra il cittadino e gli istituti di credito ci sta un soggetto esterno, preso dal terzo settore. «Le onlus ci hanno indicato le criticità e i problemi, ci hanno aiutato a formulare i prodotti creditizi nel modo più funzionale e utile. La nostra forza è stata proprio l’accompagnamento e la credibilità degli attori sociali che hanno fatto il filtro. La qualità del prodotto proposto viene di conseguenza». Tanto per capire l’impatto che può avere la cosa, in due anni in Abruzzo sono state valutate in questo modo 500 domande di credito: la metà sono state respinte, mentre 230 (83 famiglie, 129 imprese e 18 cooperative) hanno visto l’erogazione di 4 milioni e 900mila euro, altre venti sono ancora in fase di valutazione. Dal successo delle esperienze passate nasce la decisione di dare seguito all’iniziativa anche altrove.

Il principio base, che poi è quello vincente, è che ogni territorio ha bisogno del suo progetto. Fermi restando i principi base su cui si fonda un’attività di ricostruzione, l’intervento è declinato a seconda del caso specifico. «Ma soprattutto -aggiunge Santori- è fondamentale che il costo del credito non sia esclusivamente a carico del beneficiario, ma equamente suddiviso tra gli attori. Questo perché quello del microcredito è un sistema virtuoso da cui tutti traggono vantaggio: gli istituti bancari risolvono un problema cui non riescono a dare risposte, il cittadino riceve i finanziamenti di cui ha bisogno e il territorio accresce il proprio tessuto economico».

Per curare l’esportazione è stata creata l’impresa sociale Mxit – Microcredito per l’Italia. E tra i territori destinati a diventare teatro di applicazione dell’operazione figurano anche le zone colpite dai terremoti di questi giorni. «Siamo in dirittura d’arrivo con le proposte dedicate a Sardegna, Veneto e Toscana -ha spiegato Santori-, mentre per quello che riguarda l’Emilia-Romagna stiamo ancora studiando con le cooperative la proposta più adeguata». Ci auguriamo arrivi presto anche la necessaria autorizzazione da parte della Banca d’Italia, perché mentre le scosse continuano si amplia la dimensione del lavoro di ricostruzione necessario a ridare una vita normale a chi in questi giorni la sta perdendo.