L’umorismo “positivo” (cioè non finalizzato a sminuire o danneggiare gli altri) è associato all’autostima, all’ottimismo e alla soddisfazione nella vita, e a una diminuzione di depressione, ansia e stress. Ne parla un articolo di Arthur Brooks uscito sull’Atlantic e tradotto da Internazionale.

Quando toccherà a me morire, voglio andarmene in pace nel sonno, come mio nonno. Non urlando di terrore, come i passeggeri a bordo del suo autobus. Se avete riso a questa battuta è perché nel vostro cervello sono accadute tre cose in rapida successione. Primo, avete individuato un’incongruità: avevate immaginato mio nonno che giaceva in pace nel suo letto, ma poi vi siete resi conto che in realtà stava guidando un autobus. Secondo, avete risolto l’incongruità: mio nonno si è addormentato al volante. Terzo, la regione del vostro cervello denominata giro paraippocampale vi ha aiutato a capire che non dicevo sul serio, perciò vi è venuto da ridere. E tutto questo vi ha fatto provare un po’ di gioia.

Mi rendo conto che dopo quest’analisi probabilmente non starete più ridendo. “L’umorismo può essere sezionato, come una rana”, osserva lo scrittore E. B. White, “ma muore durante il processo e le viscere risultano repellenti per chiunque non abbia una pura mente scientifica”. Mi sembra giusto. L’umorismo è però un affare serio per quello che riguarda la felicità, e coltivare la capacità di trovare dell’umorismo nella vita, anche nei momenti più bui, può essere il segreto che ci protegge dalla disperazione.

I ricercatori hanno teorizzato che il senso dell’umorismo è composto da sei variabili fondamentali: l’abilità cognitiva di creare o capire le barzellette, la capacità di apprezzare e divertirsi per una barzelletta, schemi comportamentali di scherzare e ridere, un temperamento allegro o spiritoso, un atteggiamento scanzonato nei confronti della vita e il ricorso all’umorismo come strategia di fronte alle avversità. Avere senso dell’umorismo può quindi voler dire essere divertenti o apprezzare le cose divertenti.

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(Foto di Mark Daynes su Unsplash)

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